Vivo in Olanda, posso adottare con un ente italiano?

Buongiorno Ai.Bi.

Vivo in Olanda, dove mi sono trasferito 4 anni fa per motivi di lavoro. Qui ho conosciuto una donna con doppia nazionalità, olandese e croata, che 2 anni fa è diventata mia moglie.

Ora stiamo pensando di iniziare il percorso dell’adozione. Ovviamente, considerato che la nostra vita, almeno al momento, si svolge qui, vorremmo evitare di dovere andare avanti e indietro tra Olanda e Italia. Vorremmo però sapere se sia possibile essere seguiti da un ente autorizzato italiano. Questo perché il mio lavoro non mi assicura di rimanere per sempre nel Paese in cui vivo attualmente. Anzi, è piuttosto probabile che, tra qualche anno, venga nuovamente trasferito in Italia.

Vorrei capire quindi se sia possibile iniziare il percorso in Olanda e poi, eventualmente, proseguirlo in Italia.

Grazie per le informazioni,

Leonardo

 

 

cbernicchi-fotoBuongiorno Leonardo,

è da premettere che nessun ente italiano può operare in un altro Paese. In conseguenza di questo, le coppie residenti in un determinato Paese che desiderano adottare sono tenute a seguire la procedura locale contattando gli enti che operano nel territorio di quel Paese.

Questo in linea generale. Perché la legge 184/1983 concede ai cittadini italiani residenti all’estero di poter intraprendere il percorso dell’adozione anche in Italia, pur senza dover venire fisicamente nel nostro Paese. A questo scopo, è necessario innanzitutto rivolgersi al Consolato italiano del Paese in cui si risiede e chiedere se sia possibile compiere lì il percorso di valutazione con i servizi sociali locali. Di norma, infatti, i Consolati italiani all’estero si rendono disponibili a fornire questo genere di servizi alle aspiranti coppie adottive.

Nel remoto caso in cui questo non sia possibile, si dovrebbe effettuare lo studio di coppia in Italia. Ma niente paura! Molte Asl sono disposte a venire incontro alle necessità delle coppie residenti all’estero e a concentrare i colloqui in un periodo di tempo piuttosto limitato.

Compiuti questi primi passi, gli aspiranti genitori devono presentare domanda di adozione. E’ necessario fare riferimento al Tribunale competente per il Comune di ultima residenza italiana (in questo caso, ovviamente, ci riferiamo esclusivamente alla sua ultima residenza: non a quella di sua moglie, che non ha mai vissuto in Italia). In alternativa ci si può rivolgere al Tribunale per i Minorenni di Roma, competente per tutti i nostri connazionali residenti all’estero.

Ottenuta l’idoneità si potrà così scegliere un ente autorizzato italiano a cui conferire il mandato. Da questo momento, il percorso adottivo – di fatto già iniziato in Italia – si allineerà del tutto con le normali procedure italiane.

Un caro saluto,

 

Cinzia Bernicchi

Consulente di Ai.Bi.