Vorremmo adottare, ma non siamo dei super genitori

Buongiorno,

mi chiamo Bianca, aspirante mamma adottiva. Io e mio marito abbiamo 36 anni e dopo diversi anni di matrimonio non riusciamo ad avere figli. Nemmeno la scelta della fecondazione assistita, con ripetuti tentativi, ha avuto sinora buon esito. Grazie a una conoscente abbiamo da poco scoperto l’adozione internazionale: una via sulla quale non ci eravamo mai soffermati. Ora, con l’adozione, ci si è aperto un mondo sconosciuto e molto affascinante. Abbiamo però qualche timore dovuto a informazioni riguardanti i costi, la lunghezza delle procedure, il dover essere super genitori senza poter esprimere precise preferenze sul bambino, sulla nostra adeguatezza e sul rischio di incorrere in fallimenti adottivi.

Grazie 

Bianca

 

IRENEBERTUZZICarissima  Bianca,

il mio consiglio è innanzitutto di fare chiarezza nel vostro cuore: iniziate il percorso per l’adozione solo se desiderate accogliere un figlio perché possa vedere soddisfatto il suo diritto a crescere in una famiglia, non fatelo se per voi un figlio è un diritto che ritenete di poter rivendicare. Ricordate che un bambino abbandonato è una persona il cui diritto a una famiglia è stato strappato e questo è fonte di forte sofferenza interiore. Nel mondo viene abbandonato un bambino ogni 15 secondi. Per questo l’adozione è uno strumento per dare una famiglia a un bambino che non ne ha più una, e non, viceversa un modo per dare un bambino a una famiglia.

Desidero comunque rassicurarvi sui fallimenti adottivi con qualche numero: secondo i dati del Ministero della Giustizia, raccolti attraverso i Tribunali per i minorenni, sul totale delle 51.994 adozioni realizzate in Italia tra nazionali e internazionali, negli anni dal 2000 al 2012, i fallimenti adottivi sono poco più di 500, l’1%.

Se saprete abbracciare il giusto atteggiamento, non penserete mai di “scegliere” il bambino né il paese di origine e avrete più risorse per far fronte alle possibili difficoltà. Come per una gravidanza, anche nel caso dell’adozione il bambino “non può essere scelto”, bensì “accolto”. Vi invito quindi ad avvicinarvi con fiducia e con questo spirito all’adozione, nella consapevolezza che non vi è richiesto di essere genitori “supereroi” e che non siete soli nel vostro percorso: in tanti, competenti ed esperti, saranno disponibili ad affiancarvi e aiutarvi.