sì ai progetti di cooperazione internazionale in Africa

Vorremmo aiutare qualche ragazzo africano a non rischiare la vita in mare, come possiamo fare?

Cara Ai.Bi.,

grazie al vostro sito ho scoperto che vi prendete cura anche dei ragazzi che vivono da soli senza famiglia.

Ho dei figli adolescenti e credo che sostenere un ragazzo anche dopo la permanenza nell’istituto sia fondamentale: ogni giorno vediamo giovani che mettono a repentaglio la propria vita in mare alla ricerca di fortuna lontani dalla terra natia.

Per questo io e mio marito vorremmo aiutare qualche ragazzo africano a non rischiare la vita in mare. E’ possibile fare un’adozione a distanza per i ragazzi grandi o si può solo per i bambini piccoli?

Grazie mille

Valentina e Roberto

sì ai progetti di cooperazione internazionale in Africa

Carissimi Valentina e Roberto,

innanzitutto vorremmo ringraziarvi per aver preso a cuore la difficile situazione dei care leavers.

Purtroppo, il fenomeno dell’abbandono in Africa è un dramma senza cifre.
Secondo le stime dell’Unicef, sono circa 100 milioni gli orfani nel continente e più della metà, secondo le stime, è composta dai cosiddetti care leavers:  ragazzi che, al compimento del diciottesimo anno di età, sono costretti a lasciare la realtà dell’istituto in cerca di un futuro migliore fuori da quella che finora è stata la loro casa.
Siamo spesso convinti che i più bisognosi di sostegno siano i bambini, tuttavia la categoria dei care leavers è la più vulnerabile per diversi motivi: il loro destino è quasi sempre segnato da sofferenza, solitudine e miseria.

In assenza di appoggio da parte di una famiglia o di una struttura di accoglienza, questi ragazzi vengono abbandonati a loro stessi , diventando così risorse a disposizione della criminalità organizzata.
I care leavers che non entrano a far parte del ramo criminale cercano fortuna abbandonando la propria terra ed intraprendendo terribili viaggi migratori in balia dei trafficanti di esseri umani.
La pericolosità di queste rotte è testimoniato dai frequenti decessi: difatti, secondo studi recenti, ogni giorno un migrante non sopravvive alla tratta Nord Africa–Italia.

La drammatica situazione dei care leavers ha spinto noi di Ai.Bi.  a promuovere una campagna di Adozione a Distanza in Africa – Africa in Famiglia –  tale da garantire in loco un rinnovato supporto a questi ragazzi dal punto di vista professionale, educativo, sanitario ma anche psicologico per nutrire la loro autostima, lacerata da un’infanzia perduta e la consapevolezza di non essere importante per nessuno.

Grazie all’Adozione a Distanza, chi ha davvero bisogno potrà costruirsi il proprio posto nel mondo con corsi formativi personalizzati, l’iscrizione in università o l’ottenimento dei documenti funzionali ad un contratto lavorativo regolare o sussidi statali.

Attualmente, Ai.Bi. è attiva in diversi Paesi del continente africano: Marocco, Kenya, Congo e Ghana sono solo alcuni dei Paesi che stanno beneficiando dei progetti di Adozione a Distanza.

Non abbandoniamo questi ragazzi. Con l’Adozione a Distanza questi ragazzi avranno un futuro possibile.

Grazie ancora per la sensibilità mostrata.

Staff Ai.Bi.