Zampa (Pd): “Il governo si impegni per l’adozione dei bambini bielorussi in Italia”

bielorussiaPiù adozioni, più cooperazione, più tutela dei rapporti tra Italia e Bielorussia. Sono questi i tre pilastri attorno ai quali ruotano le richieste contenute nella risoluzione che l’onorevole Sandra Zampa del Partito Democratico ha presentato venerdì 17 ottobre alla III Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati.

Al centro del provvedimento – firmato anche altre due deputate Pd, Lia Quartapelle e Laura Garavini – c’è il destino di tanti bambini bielorussi che, un giorno forse non troppo lontano, potrebbero trovare una nuova famiglia nel nostro Paese.

In particolare, la risoluzione 7/00495 impegna il Governo a consentire alla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) di compiere tutte le attività necessarie per rafforzare le relazioni bilaterali e gli accordi negoziali in materia di adozioni internazionali tra Italia e Bielorussia. I rapporti tra i due Paesi, infatti, si erano interrotti, per quanto riguarda il capitolo adozioni, nel 2008 e sono ripresi solo nel marzo 2014. Alla base della prosecuzione di tali rapporti vi è la possibilità di stringere nuovi accordi e protocolli e l’approvazione da parte di Minsk di un nuovo elenco di minori adottabili. Il tutto nel rispetto dei principi fondamentali della Convenzione dell’Aja, a cominciare dal superiore interesse dei minori.

La risoluzione Zampa, inoltre, impegna l’esecutivo a permettere alla CAI di investire risorse in progetti di cooperazione internazionale a favore dei diritti dei bambini, con lo scopo di realizzare il principio di sussidiarietà nel Paese ex sovietico e favorire quindi i rapporti tra Roma e Minsk per la tutela dei diritti fondamentali dei minori.

I rapporti con la Bielorussia, in materia di adozioni, sono ancora oggi considerati “delicati e complessi”, come si legge nel testo della risoluzione, a causa di alcune “criticità che hanno già bloccato le procedure di adozione internazionale” in passato. Oggi le relazioni sono ristabilite, ma “occorre mantenere i rapporti su un terreno di correttezza ed evitare che iniziative inopportune possano mettere a rischio le procedure adottive in corso e più in generale la tutela dei diritti dei minori”.

 

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