«Pronto, Polizia? Abbiamo trovato un bambino e… non sappiamo chi sia»

Cheng è nato con una telefonata. Siamo alla stazione di polizia. Il trillo del telefono rompe il solito tran-tran dell’ufficio, con un’insistenza che ricorda la gola di un neonato che vagisce. L’agente solleva la cornetta e risponde. La voce all’altro capo è chiara, non è stata camuffata in alcun modo e appare un poco tremante. L’agente capisce che non si tratta della solita segnalazione anonima: qualcuno lo sta avvertendo che al centro della piazza, in piena città, c’è un trovatello che sta piangendo a squarciagola.

L’automobile lascia la stazione a sirena spiegata. È un richiamo che, da qualche parte della città, va a sintonizzarsi con l’allarme lanciato da un bambino appena abbandonato. Le due voci si cercano a lungo. Finché gli agenti lo vedono: è piccolissimo, con un segnetto sulle labbrucce. È stato disteso in modo accurato, avvolto in una coperta. Intorno, nessuno che sembri a conoscenza dei fatti.

La sua sorte è stata l’istituto, dove l’alimentazione delle educatrici lo ha aiutato a riacquistare le forze e a riprendere un po’ di peso. Era molto magro e debilitato. Piano piano è cresciuto: a 3 anni è stato affidato a una famiglia che gli ha fatto conoscere quanto sia dolce ricevere le attenzioni di una madre vera e le coccole protettive di un papà. Le sue condizioni psicologiche e fisiche sono così migliorate moltissimo.

Oggi è un bambino che frequenta la scuola materna dell’istituto. È un bambino bellissimo. Adora stare in mezzo agli altri bambini, giocare con loro e mostra di avere una certa inclinazione: ama cantare canzoncine. È intelligente, estroverso e fa amicizia facilmente. Con le maestre è attento e pronto a collaborare. Gli piace imparare e studiare e a volte aiuta anche i suoi compagni più piccoli a disegnare e a fare laboratorio.

È un piccolo Figlio in Attesa, l’ultimo arrivato dei 79 bambini che aspettano una famiglia. Il segno sulla sua bocca è un labbro leporino, che è già stato sottoposto a un piccolo intervento; gli occhietti sono tutti e due strabici; è forse per questo che i genitori, spaventati, lo hanno abbandonato? Si tratta di due patologie comunque curabili e risolvibili.

Chi vuole adottare Cheng? Chiamate il numero 02/988.221 e scrivete ad aibi@aibi.it. Lui sta aspettando una nuova telefonata.