adozione internazionale, l'impegno degli Enti Autorizzati a rendere trasparenti e aggiornati i dati sulle procedure adottive

Adozione internazionale #unbeneXtutti se gli Enti Autorizzati sono trasparenti. Ma solo il 50% di essi pubblica online i dati richiesti dalle Linee Guida CAI

Uno degli impegni forti che i 20 Enti Autorizzati organizzatori della Conferenza del 15 febbraio scorso a Roma hanno preso è garantire il rispetto delle prescrizioni indicate dalle Linee Guida emanate nel 2008 dalla Commissione Adozioni Internazionali. Tra queste, la trasparenza nelle indicazioni e negli aggiornamenti sul numero di procedure in corso, coppie in carico, accoppiamenti, numero di minori entrati per Paese e adozioni realizzate

Ecco perchè la promessa di aggiornare tutte queste indicazioni online sui rispettivi siti web in modo chiaro e facilmente comprensibile ogni mese è un impegno possibile. E quanto mai necessario

adozione internazionale, l'impegno degli Enti Autorizzati a rendere trasparenti e aggiornati i dati sulle procedure adottiveLe richieste che i 20 Enti Autorizzati hanno formulato, lo scorso 15 febbraio, al mondo politico in lizza per le elezioni del 4 marzo prossimo, sono state ascoltate con grande attenzione in Senato dagli esponenti politici presenti. In attesa che il nuovo Governo prenda (o meno) in considerazione l’ipotesi legittima e importante di un ‘bonus adozioni’ che potrebbe rilanciare in modo significativo l’adozione internazionale in Italia, ci sono una serie di impegni che innanzitutto gli Enti Autorizzati hanno il dovere di assolvere, per poter risultare credibili agli occhi della Commissione Adozioni Internazionali, della politica e soprattutto delle coppie che vorrebbero scegliere la strada dell’adozione.

Tra questi, uno dei più importanti e urgenti è quello relativo alla trasparenza nelle ‘operazioni’ portate avanti nel corso delle settimane e dei mesi. Un compito sancito dall’articolo 17 delle Linee Guida emanate nel 2008 dalla Commissione Adozioni Internazionali – tuttora in vigore – circa i “criteri per l’autorizzazione all’attività degli enti previsti dall’articolo 39-ter della legge 4 maggio 1983, n.184 e successive modificazioni“, che ha creato il sistema attualmente in vigore in Italia per le procedure di adozione internazionale.

L’articolo 17, intitolato ‘Diffusione dei dati rilevanti per una corretta informazione del pubblico’, indica che “l’ente è tenuto a rendere noti“, tra i vari dati, pure “il numero di adozioni realizzate in ogni Paese, in ciascuno degli ultimi tre anni“. Non solo: il testo aggiunge che “in ogni caso, l’ente deve impegnarsi ad aggiornare i dati almeno ogni sei mesi“, raccomandando al comma 2 “la predisposizione di un’apposita pagina informativa nel sito web dell’ente, che sia di facile accesso e comprensione“.

Per il 50% degli Enti Autorizzati (31 su 62) nel nostro Paese, invece, non risultano nel 2017 tutte le informazioni online richieste. Un limite evidente al sistema che impone, per restituire rapidamente fiducia alle famiglie e all’opinione pubblica, un cambio di passo immediato.

Da qui la promessa che almeno tutti e 20 gli Enti che hanno organizzato la Conferenza ‘Adozioni internazionali: un bene per tutti’ dello scorso 15 febbraio a Roma, pubblicheranno con cadenza mensile, sul proprio sito, le cifre relative alle coppie in carico, il numero di adozioni realizzate, quello dei minori entrati in Italia suddiviso per Paesi e anche i costi aggiornati per Paese.

Perchè iniziare per primi a dare il buon esempio nel valorizzare la bellezza dell’adozione internazionale è senza dubbio la strada migliore per cercare di ricostruire con fondamenta salde questo sistema nel nostro Paese.