adozione, i dati degli enti autorizzati dalla Commissione Adozioni Internazionali

L’adozione internazionale nel 2017 secondo i dati pubblicati dagli enti autorizzati: nonostante l’obbligo, solo la metà degli enti li rende noti. La classifica per minori adottati: Ai.Bi. seconda

In base all’articolo 17 delle Linee Guida emanate dalla Commissione Adozioni Internazionali tutti gli enti dovrebbero rendere pubblici i dati aggiornati sulle procedure completate, almeno ogni 6 mesi

Riportiamo i dati pubblicati, ad oggi, sui siti web o social dagli enti che hanno rispettato le regole

adozione, i dati degli enti autorizzati dalla Commissione Adozioni InternazionaliSembra incredibile: eppure, chi volesse andare a scoprire l’andamento numerico delle attività di adozione internazionale degli enti autorizzati in Italia dalla Commissione Adozioni Internazionali (CAI) cercando sui loro siti web o social scoprirebbe, per il 50% di essi, che sorprendentemente non risultano presenti i dati aggiornati del numero di minori e di coppie che hanno felicemente concluso le procedure di adozione nell’anno appena terminato.

Un dato che sicuramente stupisce, ma che è certificato dai fatti: dei 62 enti autorizzati a livello nazionale, solo la metà – ovvero 31 – hanno pubblicato i propri dati nel rispetto delle indicazioni contenute all’interno dell’articolo 17 delle Linee Guida emanate nel 2008 dalla Commissione Adozioni Internazionali – tuttora in vigore – circa i “criteri per l’autorizzazione all’attività degli enti previsti dall’articolo 39-ter della legge 4 maggio 1983, n.184 e successive modificazioni“, che ha fondato il sistema attualmente vigente in Italia per le procedure di adozione internazionale.

L’articolo in questione, intitolato ‘Diffusione dei dati rilevanti per una corretta informazione del pubblico’, sancisce in effetti che “l’ente è tenuto a rendere noti“, tra i vari dati, pure “il numero di adozioni realizzate in ogni Paese, in ciascuno degli ultimi tre anni“. Non solo: il testo aggiunge che “in ogni caso, l’ente deve impegnarsi ad aggiornare i dati almeno ogni sei mesi“, raccomandando al comma 2 “la predisposizione di un’apposita pagina informativa nel sito web dell’ente, che sia di facile accesso e comprensione“.

Invece, 31 enti autorizzati non hanno pubblicato le informazioni online sui numeri delle proprie procedure di adozione effettuate. Ma pure dei restanti, va annotato come 5 abbiano pubblicato dati non aggiornatial 31 dicembre 2017 e, infine, 3 abbiano indicato solto la cifra totale delle procedure concluse dall’inizio della propria attività, senza certificare gli aggiornamenti semestrali, come richiesto espressamente dalle Linee Guida, per cui diventa impossibile capire quante adozioni sono state realizzate nel 2017.

Insomma, l’esito per chi volesse saperne di più è una ‘giungla’, tra mancati numeri e cifre disomogenee rispetto a quanto richiesto dalla CAI. Una complicazione che, di certo, non facilita il compito a quelle coppie che magari avrebbero la volontà di essere informate sull’andamento dell’universo adottivo per decidere se e a chi affidare il proprio ‘sogno’ d’amore familiare.

Qui sotto riportiamo la graduatoria decrescente, aggiornata al 31 dicembre 2017, relativa alle procedure adottive completate dagli enti autorizzati che hanno reso pubblici i numeri della loro attività, nel rispetto della normativa:

Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini si conferma al secondo posto in Italia per numero di adozioni internazionali