Comitato Genitori Rdc: “Noi pedine di nessuno”

genitori rdcNon c’è pace per i genitori adottivi Rdc. Dopo aver abbracciato i loro bambini, ora tirati in ballo dall'”Espresso”: “Griffini (il presidente di Ai.Bi.) li ha spinti a manifestare di fronte a Palazzo Chigi per protestare contro Silvia Della Monica, ex presidente Cai” allo scopo di farla rimuovere. Il Comitato ribatte: “Noi non siamo pedine di nessuno, ci siamo solo battuti per far chiarezza sul destino dei nostri figli”. “Mai contattati dalla rivista per sentire la nostra versione”. Di seguito riportiamo il testo integrale del comunicato pubblicato dal Comitato Genitori Rdc sul suo blog.

 

Non siamo le pedine di nessuno, questo deve essere chiaro a tutti! Questo per fugare ogni dubbio in chi, leggendo l’inchiesta pubblicata oggi da L’Espresso potesse essersi fatto un’idea sbagliata su un gruppo di genitori, rimasti vittime di un blocco delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo e che, per questo, hanno sofferto ma anche lottato con dignità per poter abbracciare i loro figli nella massima trasparenza e correttezza dell’iter adottivo, come è sempre stato garantito e certificato loro dalla Commissione Adozioni Internazionali. Di seguito il Comunicato che abbiamo deciso di mandare agli organi di stampa.

I genitori adottivi del Comitato RDC leggono, basiti, sconcertati e arrabbiati, l’inchiesta pubblicata da L’Espresso, intitolata “Ladri di bambini”.  Senza entrare nel merito dei presunti fatti riportati dalla rivista che, sicuramente, verranno chiariti dalla magistratura nelle modalità opportune, nell’articolo si fa riferimento a una ipotetica guerra aperta da Marco Griffini, Presidente dell’ente Aibi (Amici dei Bambini), che da anni si occupa di adozioni internazionali, nei confronti di Silvia della Monica, ex Presidente della CAI (Commissione Adozioni Internazionali) le cui pedine sarebbero stati i membri del Comitato Genitori RDC: “Griffini li ha spinti a manifestare di fronte Palazzo Chigi per protestare, inducendo numerosi parlamentari a presentare interrogazioni al Governo per chiedere che la scomoda Presidente della CAI fosse rimossa”. Nulla di più falso! “Noi non siamo pedine di nessuno. Ci siamo solo battuti per far chiarezza sul destino dei nostri figli, dopo quasi mille giorni di attesa e assoluta mancanza di comunicazione e di chiarezza da parte della CAI”. Dispiace anche leggere che i parlamentari che hanno ascoltato un grido disperato siano stati considerati parte di una specie di congiura nei confronti dell’ex magistrato.

“Siamo, inoltre, negativamente sorpresi del fatto che nessun giornalista de L’Espresso ci abbia contattati per conoscere la nostra versione dei fatti, dato che a manifestare di fronte a Palazzo Chigi c’erano solo i membri del Comitato, oltre ad amici e parenti”.

“L’attività di diffusione di informazione sui media è stata fatta con le nostre forze e senza essere imbeccati da nessuno!”.

La regola base di un buon giornalismo è quella di sentire tutte le parti interessate da una vicenda. “Noi saremo stati lieti di essere interpellati e contribuire a chiarire almeno la nostra posizione”.

Chiediamo al Direttore Responsabile de L’Espresso, Dott. Luigi Vicinanza, di pubblicare nel prossimo numero, con medesima enfasi e stesso risalto dell’articolo diffuso dal suo periodico in data venerdì 8 luglio, rispettando, almeno il Diritto di Rettifica, previsto dall’art. 8 della Legge sulla Stampa 47/1948.