I servizi sociali ci hanno detto di non adottare un bambino di colore. Ma è normale?

Gentile Ai.Bi,

siamo una coppia che ha iniziato il percorso adottivo per un’adozione internazionale e stiamo affrontando i colloqui con i servizi del territorio. In uno degli incontri l’operatrice ci ha invitato a riflettere sull’opportunità di adottare un bambino di “colore”, evidenziando quali potrebbero essere le difficoltà per un inserimento nella nostra società “bianca”. Sinceramente ci siamo rimasti molto male: non avremmo mai pensato che un bambino di colore potesse costituire un problema. Che dite?

Rosanna e Matteo

Carissimi,

credo che lo stato d’animo che avete provato sia assolutamente conseguente a quanto avete sentito.

Risulta davvero difficile capire come al giorno d’oggi si possa arrivare a pensare cose del genere, come l’opportunità o meno di adottare un bambino di colore. Quello che però risulta maggiormente scandaloso e’ che l’invito alla riflessione su questo tema sia stato proposto da un operatore che avrebbe il compito di accompagnare le coppie ad accogliere un bambino proveniente da un paese straniero di qualunque colore sia. Certo l’adozione interroga una società ancora poco abituata a credere nella forza delle differenze ma ciò che sconcerta è che siano proprio le figure preposte ad aiutare le persone a porre queste difficoltà.

La bellezza dell’adozione sta proprio nell’accogliere come figlio un bambino nella consapevolezza che le differenze costituiscono una grande ricchezza.

Cosa potete fare? Andare avanti senza prestare ascolto a coloro che vedono nell’adozione soltanto dei problemi da affrontare e credere che quel bambino possa diventare vostro figlio chiunque esso sia.

Con affetto.

Irene Bertuzzi
Ufficio Adozioni Internazionali Ai.Bi. – Amici dei Bambini