“Eccellenza, anche i bambini abbandonati hanno diritto a una mamma e un papà”

Le riflessioni di Marco Griffini (Ai.Bi.) sulle dichiarazioni di monsignor Giovanni Ricchiuti: “Non mi opporrei all’adozione di bambini da parte di coppie gay“.

Per le coppie gay desiderose di avere figli è più auspicabile l’adozione, che la maternità surrogata. Io non mi opporrei, qualora in futuro ciò diventasse possibile, fatte salve certe condizioni”. L’autore di queste affermazioni, rilasciate al Quotidiano Nazionale lo scorso mese di ottobre, era stato monsignor Giovanni Ricchiuti, Arcivescovo di Altamura e presidente di Pax Christi.

Recentemente – ha commentato il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinimi sono sovvenute le parole di sua Eccellenza monsignor Ricchiuti. Ecco, con tutto il rispetto che si deve portare a una figura come la Sua, devo dire che francamente non capisco, da presidente di una realtà cattolica fondata da famiglie adottive e affidatarie, come non si debba prioritariamente parlare, in termini di adozione, di quelli che sono i bisogni di un bambino abbandonato, che nella vita ha già sofferto molto e che, forse, ha bisogno e, soprattutto, diritto ad avere una mamma e un papà. In Italia e nel mondo ci sono milioni di coppie sposate senza figli. Non sarebbe meglio favorire quelle, piuttosto che pensare alle adozioni omosessuali?”.

Ogni minore abbandonato è all’affannosa ricerca della propria identità

“Il problema principale di un minore abbandonato è l’affannosa ricerca della propria identità,chiarisce Marco Griffini – un cammino quanto mai faticoso e difficile, non supportato minimamente – come normalmente avviene per i minori che non hanno subito un abbandono – dalla propria autostima, che viceversa il dramma dell’abbandono ha, in molti casi, totalmente azzerato. In questo quadro, proprio per il bene del minore abbandonato, l’essere accolto da due figure ben distinte, una donna e un uomo, nei rispettivi ruoli di madre e padre, offre al minore una concreta possibilità di riuscita in questo processo di identificazione, fondamentale per la crescita e lo sviluppo di ogni essere umano.

Eccellenza, l’adozione di un bambino abbandonato da parte di una coppia di gay non rappresenta il bene per il futuro di un bambino abbandonato. Non è nemmeno necessario: molte volte si dice in giro, da chi non conosce i risvolti mondiali del dramma dell’abbandono, ‘meglio in una coppia di gay che in un istituto!'”

Secondo dati 2011 sono più di 5 milioni le coppie sposate senza figli

Come detto sopra, sono milioni le coppie sposate e senza figli – ricorda Griffini- In Italia, secondo i dati del censimento 2011 (quindi si immagina che dieci anni dopo siano molti di più), sono più di 5 milioni e mezzo, dei quali si stima circa tre milioni siano coppie sterili.
Allora, Lei mi chiederà: ‘Perché queste coppie non si fanno avanti?’
Ecco il vero problema dell’adozione: le coppie sono spaventate da ciò che è stato dipinto – il cammino verso l’adozione, specie quella internazionale – come un vero e proprio calvario.
Nessuno – a parte noi associazioni di famiglie adottive – aiuta queste coppie: investigate e selezionate da servizi sociali e tribunali dei minorenni come se avessero chiesto chissà che cosa e non di compiere quello che io giudico ‘il più grande atto di giustizia umana che una persona possa mai compiere nella propria vita: ridare la dignità di figlio a un bambino abbandonato‘.

Costrette a pagare cifre assurde per chi si avvia all’adozione internazionale, anni di attesa incredibili, gincane assurde nella giungla di una burocrazia fredda e impazzita… mentre di là, negli istituti di tutto il mondo, milioni – mi creda milioni e milioni – di bambini abbandonati aspettano, aspettano… finché la loro speranza di poter essere anche loro un giorno chiamati con il nome di ‘figlio’,  giunti oramai all’età di 13/14 anni si spegne e si avviano a riempire l’esercito dei cosiddetti ‘care leaver’… adolescenti e poi giovani che a 18 anni diventano adulti e per loro si apre, fuori dal loro istituto, il dramma della strada: soli in mezzo ad un mondo che non conoscono… e qui sono suicidi, prostituzione, delinquenza, violenza… tutti i drammi della vita per chi non ha la protezione che solo una famiglia può dare”.

Ogni bambino ha diritto a vivere in una famiglia che lo ami

Vogliamo allora, Eccellenza, veramente metterci dalla parte dei bambini abbandonati e lottare per far riconoscere anche a loro il sacrosanto diritto a vivere in una famiglia? – sottolinea il presidente di Ai.Bi. –
Diritto che nemmeno la convenzione dell’ONU sui Diritti dell’Infanzia ha riconosciuto?
Ci aiuti a rilanciare il loro grido di aiuto rivolto alle organizzazioni internazionali, UNICEF in testa, affinché si facciano carico di questo dramma dell’abbandono che dopo la denutrizione, le malattie, i bambini soldato e schiavi del lavoro, è diventata la 4’ emergenza umanitaria del XXI secolo, iniziando ad alzare il velo sugli spaventosi numeri del fenomeno (non è mai stato redatto un rapporto sui minori abbandonati da parte dell’ UNICEF! ). Ci aiuti a convincere gli Stati che l’adozione internazionale è un diritto di ogni minore abbandonato per il quale non è stata trovata alcuna soluzione familiare in patria; a candidare le “famiglie adottive” al Nobel per la pace, perché sono i veri costruttori di meravigliosi ponti d’ amore fra Paesi di diverse etnie; a far riflettere tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei minori abbandonati, quindi anche le “nostre” stupende opere missionarie, che anche la migliore e più accurata assistenza non sarà mai capace di superare, sconfiggere e soprattutto “redimere” il male dell’abbandono: “miracolo dell’accoglienza” che solo una papà e una mamma possono realizzare”.