Biennale dell’Accoglienza. Un abbraccio che coinvolge tutti

Presentata ufficialmente la Biennale dell’Accoglienza che partirà il 3 e 4 novembre. Un momento di dialogo tra istituzioni, associazioni, famiglie e territorio sulle buone pratiche dell’affido e dell’adozione


Lunedì 20 ottobre, nella sede di Palazzo Lombardia, a Milano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della prima edizione della Biennale dell’Accoglienza. Un’iniziativa nata in seno al Forum delle Associazioni Familiari su stimolo di Ai.Bi. Amici dei Bambini, Azione per Famiglie Nuove, Cometa, Comunità Papa Giovanni XXIII, Famiglie per l’accoglienza, Fraternità.
La definizione che è stata data è quella di un “convegno nazionale” sul tema dell’accoglienza familiare di minori senza famiglia o momentaneamente allontanati, ma la realtà va molto più in là, con un evento che si articolerà in diversi momenti: il vero e proprio convegno, che avrà luogo il 3 e 4 novembre 2025 a Milano a Palazzo Lombardia; la ripresa del 7 novembre a Palazzo Marino, arricchita da testimonianze, riflessioni positive ed obiettive da parte di famiglie e associazioni, operatori sociali, magistrati, amministratori e politici che vivono direttamente l’accoglienza; l’esposizione fotografica che si terrà dal 1° al 16 novembre 2025 nell’Aula Magna del Museo di Storia Naturale di Milano in cui si racconta la bellezza dell’accoglienza adottiva e affidataria e le diverse esperienze di prossimità familiare.

Un progetto a lungo termine che parla “al plurale”

La conferenza stampa è stato il momento ideale d’inizio di questo percorso, giustamente aperto dalle parole dell’Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia Elena Lucchini, visto come la Regione ha fin da subito sposato l’idea del Forum delle Famiglie. Lucchini ha sottolineato proprio l’attenzione che la Regione sta dedicando ai progetti per le famiglie e indicato come la Biennale dell’accoglienza sia un modo per: “Tenere insieme una filiera e un’alleanza che coinvolgono lo Stato, la Regione, l’amministrazione comunale e una serie di servizi e associazioni del territorio”. L’obiettivo è quello di “raccontare affido familiare e adozione in una maniera differente, senza opacità” e senza sottolineare, come spesso viene fatto, gli aspetti negativi. Proprio su questo versante l’assessore ha tenuto a portare il suo personale punto di vista, raccontando come lei stessa, nel suo ruolo, abbia spesso incontrato “molti ‘luoghi di bene’ che riempiono il cuore di speranza. Ed è questo che dà il senso del lavoro che quotidianamente facciamo, proiettati a un futuro che parla alla prima persona plurale, non singolare”.

“Famiglie corresponsabili del bene”

Anche il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari Ariano Bordignon ha ribadito l’importanza della sinergia tra istituzioni, associazioni e famiglie stesse, in particolare per queste ultime, che devono essere aiutate a capire come il loro ruolo non sia quello di “realtà intimistiche” o semplicemente dei “luoghi dell’affetto”, ma “ecosistemi osmotici rispetto al mondo. Fuori dall’autoreferenzialità, le famiglie sono corresponsabili del bene di un territorio” e devono essere costantemente coinvolte “in un dialogo continuo con le istituzioni” e il territorio stesso.
“Ogni risorsa sulla famiglia e sull’assistenza – ha proseguito Bordignon – non è un costo ma un investimento. Ogni passo che viene compiuto in favore dei più fragili, ovvero i bambini in situazioni di difficoltà familiare, è un passo in più nell’ottica di avere cittadini migliori; cittadini ‘al cubo’ che esplorano le loro possibilità al massimo grado”.

Un racconto delle migliaia di minori accolti, spesso nel silenzio

Concetti importanti ripresi anche dalla Vicepresidente del Forum delle Famiglie e di Ai.Bi. Amici dei Bambini Cristina Riccardi, che ha ricordato come parlare di affido e accoglienza non sia facile e porti, spesso, a “trovarsi davanti a porte chiuse”. La Biennale dell’Accoglienza, allora, vuole essere sia un punto di arrivo di un lungo percorso fatto dal Forum, che da anni porta avanti progetti che parlano di famiglia; che ha dato vita a tanti percorsi di formazione e che, ora, arriva a fare una proposta concreta aperta a tutti. Da questo punto di vista, allora, la Biennale è anche un punto di partenza, un “momento di dialogo e di racconto dei decenni di esperienze che le associazioni hanno alle spalle e delle migliaia di storie di bambini accolti in affido e in adozione”.
Un momento che “coinvolgerà anche le scuole e i più giovani” e si prefissa di chiudersi con delle proposte concrete, che potranno essere verificate tra due anni, quando la Biennale dell’Accoglienza tornerà per affermarsi definitivamente come punto di riferimento per l’accoglienza e tutti i suoi protagonisti. Ovvero tutti noi.