Demografia in rosso: in Italia le nascite diminuiscono. Ma le adozioni internazionali crescono

Nel 2024 in Italia ci sono stati solo 369 mila nuovi nati, per un tasso di fecondità di 1,13 figli per donna. L’adozione internazionale resiste come unica voce positiva del bilancio demografico

L’Italia continua a scivolare nella spirale della denatalità. Secondo i dati Istat, nel 2024 i nuovi nati sono stati appena 369.944, in calo del 2,6% rispetto all’anno precedente: il livello più basso mai registrato. Da oltre quindici anni il Paese aggiorna puntualmente questo triste record, scendendo sotto quota 500mila nati nel 2015 e sotto i 400mila nel 2022. Negli Anni ’70 si contavano ancora oltre 600mila nascite, mentre fino alla Seconda guerra mondiale si superava stabilmente il milione. Se la tendenza prosegue, il limite dei 300mila potrebbe essere toccato entro la fine del prossimo decennio.
Il 2025 conferma il peggioramento: nei primi sette mesi le nascite sono state 197.95613 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024 (-6,3%), e il tasso di fecondità è sceso a 1,13 figli per donna. Un calo che minaccia la sostenibilità del sistema pensionistico, del lavoro e dei servizi pubblici.

La speranza nell’adozione

In questo scenario cupo, l’adozione internazionale rappresenta una piccola ma significativa eccezione. Come abbiamo già ricordato in occasione della pubblicazione dei dati della CAI, nel 2024 il numero di bambini adottati dall’estero è tornato a mostrare segnali di ripresa, seppure lieve, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. Il trend positivo, secondo il nuovo e più recente rapporto della Commissione per le Adozioni Internazionali, prosegue nel primo semestre del 2025 con un ulteriore incremento del +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Un contrasto alla denatalità

In questo scenario drammatico per le nascite, dunque, l’adozione internazionale si conferma come una delle poche vie capaci di contrastare, almeno in parte, la denatalità. Perché è giusto ricordare che anche i bambini che tornano a essere figli attraverso l’adozione internazionale sono in tutto e per tutto “nuovi nati” per il nostro Paese.
Tuttavia, come Ai.Bi. ripete da tempo, il potenziale dell’Adozione rimane in gran parte inespresso. Se le istituzioni italiane si impegnassero di più nel sostegno economico alle famiglie adottive — garantendo, ad esempio, la totale gratuità del percorso — e se rafforzassero le relazioni internazionali attraverso la firma di nuovi accordi bilaterali, l’impatto potrebbe essere molto maggiore. E non si dica che si tratterebbe di numeri trascurabili, perché in un quadro così negativo solo l’unione di tutti i “piccoli passi” che ciascuno può fare, nel proprio campo, potrà arrivare a invertire la tendenza.
In un Paese che invecchia e perde figli ogni anno, l’adozione internazionale non è solo un gesto d’amore: è una risorsa demografica, sociale e culturale che merita di essere valorizzata a dovere.