Aborto: la fuga in avanti del Ministro Speranza non è l’unica strada

L’adozione del nascituro. Un’alternativa all’interruzione di gravidanza. Che fine ha fatto la proposta di legge?

Un documento che ancora non è stato emesso dal Consiglio Superiore di Sanità ma che già fa discutere, quello sulle nuove linee guida sulla somministrazione senza ricovero ospedaliero della pillola abortiva Ru486, annunciate dal Ministro della Salute Speranza, nei giorni scorsi  e che ha accesso un ampio dibattito, spaccando la società civile tra chi accoglie come positiva la scelta del Ministro e chi ribadisce a gran voce che tale decisione non fa altro che lasciare ancora più sola la donna, in un momento delicato e importante della sua vita, quello di scegliere tra la vita e la morte del proprio figlio.

Una tensione che si percepisce anche all’interno del Governo: “È una sua decisione – ha sottolineato il premier Giuseppe Conte – non ci siamo consultati. L’importante è che ci sia un’assistenza sanitaria adeguata“.

L’adozione in pancia un’alternativa all’aborto

Non si capisce quindi come si possa affermare che vivere l’esperienza dell’aborto dentro le stanze di casa propria, mentre una donna soffre e lascia andare via la vita di un figlio, in completa solitudine, immersa nel proprio dolore fisico e morale, possa essere considerata una conquista per i diritti. L’aborto è una tragedia che ogni donna porta con sé per tutta la vita.

Perché non aiutiamo invece le future mamme a scegliere la vita dei loro bambini?

Che fine ha fatto la proposta di legge presentata nel 2017 da Mario Sberna e Gian Luigi Gigli che prevedeva l’adozione del concepito, con l’obbligatorietà per medici e consultori di informare la gestante e il papà della possibilità di usufruire di questa alternativa?

In questa maniera alle mamme che non desiderino un figlio sarebbe data l’opportunità di compiere un atto d’amore per se stessa e per gli altri, donando la vita ad un bambino e la gioia di un figlio ad una coppia che non può averne per vie naturali.

Una forma di adozione, con alcune differenze, già in atto negli Stati Uniti e che funziona: in America è un metodo vincente per evitare l’abbandono ma, soprattutto, per la prevenzione dell’aborto.