Adozione Internazionale. Bonetti annuncia il nuovo vicepresidente CAI

La ministra Elena Bonetti corre ai ripari e, in maniera del tutto inusuale, annuncia in un’intervista a Vita.it la nomina del nuovo vicepresidente della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI) , che però non può entrare ancora in carica.

Coniuga umanità e competenza, potrà proseguire il percorso avviato e favorire un ulteriore rilancio del sistema delle adozioni internazionali italiano, anche nella parte che riguarda la cooperazione internazionale, sempre più necessaria” così , Elena Bonetti,  ministra per la Famiglia e presidente della CAI, annuncia in un’intervista a Vita.it la nomina di Vincenzo Starita a nuovo vicepresidente della Commissioni per le Adozioni Internazionali, sebbene non ancora in carica.

Il decreto di nomina, infatti, non è ancora stato firmato. Sono ancora in corso le necessarie procedure di autorizzazione, ha spiegato la Bonetti  “ma la decisione è presa e la disponibilità c’è da parte di tutti, anche del Ministro Bonafede”.

Magistrato dal 1995, Vincenzo Starita dal 2006 al giugno 2016 è stato in servizio presso il Tribunale per i Minorenni di Salerno e da settembre 2016 è Direttore Generale del personale delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC). Sempre dal 2016 fa parte della Commissione per le Adozioni Internazionali in rappresentanza del Ministero della Giustizia. Ha collaborato – afferma Bonetti – “strettamente con la dottoressa Laera dal 2016 e condividendo la valutazione anche con lei, di cui ho già avuto modo di dire la mia stima, ho ritenuto potesse proseguire il percorso avviato e favorire un ulteriore rilancio del sistema delle adozioni internazionali italiano, anche nella parte che riguarda la cooperazione internazionale, sempre più necessaria per aprire canali favorevoli al percorso adottivo”.

Dopo l’annuncio a sorpresa, si spera ora che la CAI possa uscire presto  dall’impasse nel quale è precipitata durante il lockdown. In sei mesi la Commissione non si è mai riunita.

Eppure, che la vicepresidente Laura Laera avrebbe lasciato l’incarico a giugno era cosa nota a tutti  e si sarebbero potute avviare per tempo le procedure burocratiche per la successione del nuovo vicepresidente alla Commissione. Ma  il futuro della CAI non è ancora delineato.

Altro problema all’orizzonte la nomina del nuovo Direttore Generale

L’attuale Direttore Generale, dott.ssa Anna Maria Villa, lascerà il suo incarico a settembre e chissà – ce lo auguriamo – se almeno in questo caso gli adempimenti burocratici faranno il loro corso e terranno conto della situazione d’urgenza.

Che l’adozione internazionale stia vivendo il peggior momento della sua breve storia e sia a rischio la sua stessa sopravvivenza è, purtroppo, noto. In una situazione di emergenza – si sa – i problemi andrebbero affrontati con immediatezza e non secondo tempi e procedure ordinari. Un esempio è stato – per stessa ammissione della ministra Bonetti – la firma, il 23 giugno scorso, del decreto per sostenere con 2,3 milioni di euro le spese straordinarie affrontate dagli enti durante la fase di emergenza, con un tetto limitato a 50mila euro per ente, con pubblicazione del bando solamente il 12 agosto con termine dello stesso dopo 15 giorni dalla pubblicazione. Una modalità assurda che escluderà dalla partecipazione al bando la maggior parte degli enti autorizzati.

Il lungo lockdown dei Tribunali e le sue conseguenze

Come se non bastasse, il lungo blocco dei Tribunali per i Minorenni  getterà un’ombra lunga nei prossimi mesi con meno famiglie in possesso della idoneità. Un controsenso se si pensa alle conseguenze che l’emergenza sanitaria ha avuto sull’infanzia più vulnerabile e l’aumentata richiesta di nuove coppie da parte di alcuni Paesi di provenienza di minori in stato di adottabilità. Come la Romania e la Russia, tanto per fare degli esempi.

La mancanza di collaborazione e la morte annunciata di Adozione 3.0

Altro elemento critico,  la mancanza di collaborazione – nonostante gli annunci affermino il contrario – del Ministero della Famiglia  e dei suoi Uffici con il coordinamento  Adozione 3.0, che per la prima volta nella storia  ha cercato di riunire tutti gli enti autorizzati sotto un’unica cabina di regia. Una criticità che di fatto si è tradotta, da una lato, in un’oggettiva difficoltà nell’elaborazione dei bandi  – sia relativi alla cooperazione internazionale che al sostegno agli enti –  e, dall’altro, in un progressivo indebolimento del coordinamento stesso che da alcuni enti autorizzati non viene più ritenuto necessario per un’ interlocuzione efficace con i vertici del Ministero e della CAI.

Così, il grande sforzo per riunire tutti gli enti al fine di “offrire” alle istituzioni un’ interlocuzione unitaria e coordinata per un rilancio delle adozioni internazionali  – nonostante gli evidenti e indubbi vantaggi evidenziati pubblicamente anche dalla stessa Laura Laera, vicepresidente in uscita – rischia di scrivere la parola “fine”.