Adozione internazionale. Che cosa porta con sé un figlio arrivato da lontano?

I genitori adottivi rappresentano per il bambino la possibilità di riappropriarsi della condizione di figlio. Ma come aiutare il bambino ad abbandonare le proprie paure e difficoltà per lasciarsi andare tra le braccia dei suoi genitori? 

L’ambiente degli istituti è caratterizzato dalla presenza di molti bambini e di pochi adulti: è facile immaginare quanto il bisogno di ordine, di controllo e di uniformità dei comportamenti finisca con il prevalere a discapito della possibilità di creare il legame esclusivo, rassicurante, stabile e continuativo che rappresenta la base per la creazione di una relazione intensa e fondata sulla fiducia nel mondo circostante e nelle relazioni di cui ciascun bambino ha bisogno per crescere serenamente.

L’assenza di relazione cancella l’interesse verso il mondo

La scarsa presenza di stimolazioni negli istituti di accoglienza in cui i bambini si attrezzano come possono per sopravvivere, rappresenta sicuramente una importante privazione ma non è certamente quella più dolorosa: è l’assenza di relazione a cancellare l’interesse e soprattutto la fiducia del bambino per il mondo circostante. Quando non ci si sente riconosciuti e ci si percepisce come un numero, quando si è prigionieri di un limbo ostile, la scelta difensiva può essere quella di ritirarsi in un mondo lontano psichicamente che eleva rigide barriere con l’esterno, fonte di sofferenze.

Prendersi cura e difendere dai pericoli

All’interno dell’istituto spesso il bambino trova una risposta ai suoi bisogni primari quali nutrirlo, lavarlo, sorvegliarlo, proteggerlo dai pericoli esterni ma molto difficilmente troverà qualcuno che se ne prenda cura laddove per quest’ultimo aspetto intendiamo una esperienza emotivamente coinvolgente ed appagante mentre lo si tocca, gli si sorride, si carpisce la sua attenzione, si dà senso a ciò che egli sta vivendo, gli si presta il proprio pensiero.

Quando l’ambiente preme sul bambino, non adattandosi a lui, questi si difende irrigidendo le proprie barriere ed isolandosi o estremizzando il tentativo di affermare la propria autosufficienza e indipendenza da qualsiasi legame affettivo al fine di difendersi da un nuovo fallimento delle relazioni.

Riappropriarsi della condizione di figlio

I genitori adottivi rappresentano per il bambino la possibilità di riappropriarsi della condizione di figlio, diritto di cui è stato ingiustamente privato, ma l’affidarsi a loro richiede un grosso atto di fiducia. Anche se sono state mostrate fotografie e dvd e se è stata effettuata una adeguata preparazione per l’inserimento nella nuova famiglia, i bambini hanno inizialmente di fronte a sé degli sconosciuti con cui andranno a vivere di lì a poco abbandonando le poche certezze che hanno fino a quel momento mantenuto ovvero la propria lingua, il legame con il proprio Paese di origine e con i piccoli ospiti dell’istituto con cui hanno fino ad allora condiviso paure, bugie, quotidianità e speranze.

Le paure e le difficoltà dei bambini

I bambini contrariamente agli adulti, che hanno fino a quel momento scelto di intraprendere il percorso adottivo, che hanno avuto il tempo per razionalizzare e sviscerare le proprie paure e difficoltà, non hanno alcuna possibilità di scelta ma possono soltanto affidarsi e affrontare con coraggio questo cambiamento. Occorre dare loro il tempo di conoscerci e soprattutto riconoscerci come genitori e va messo in conto che potrebbero ripetutamente e incessantemente sfidare queste nuove figure per testare fino in fondo la loro capacità di resistenza.

L’importanza della presenza costante ma discreta

È dunque importante che vi poniate come una presenza costante e discreta e che proviate a recuperare la memoria affettiva di quando eravate bambini, per calarvi nei panni di vostro figlio e sintonizzarvi con le sue emozioni, sensazioni e paure.

Accogliere tutta la storia e il passato del bambino

Chi accoglie in adozione un bambino, non accoglie solo il bambino, ma tutta la sua storia compresi gli incontri con gli operatori, con le istituzioni, con tutte le sofferenze che lo hanno preceduto.

Per tutte queste ragioni è importante che la coppia sia solida, che abbia elaborato il lutto e la delusione delle aspettative fallite legate ad una procreazione biologica che non si è realizzata e ristrutturare il proprio progetto di famiglia. È un passaggio evolutivo importante che predispone ad un reale attaccamento. Non è certamente scontato diventare genitori di un bambino non generato da sé, che porta una storia e caratteristiche anche molto diverse dalle proprie, ci vuole tempo, disponibilità affettiva ed emotiva e un’apertura alla cui base ci deve essere proprio l’elaborazione delle ferite pregresse e una grande solidità.

Dott.ssa Marina Gentile Psicologa di Ai.Bi.

 

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it