Adozione internazionale. Il momento della rivelazione: quando e come farlo?

Molti genitori adottivi si interrogano sul momento in cui dovranno raccontare al loro bambino la verità sull’adozione, vivendo con il timore che farlo possa generare in lui una sensazione di diversità o di alienazione

Questa paura è comune, specialmente nelle prime fasi del percorso adottivo o durante la preparazione all’adozione, quando la coppia si trova immersa in un mare di nuove responsabilità e incertezze. Ma man mano che si acquisisce esperienza e consapevolezza nel mondo dell’adozione, questo timore si affievolisce, lasciando spazio a una comprensione più profonda della dinamica familiare e dell’importanza di affrontare il tema in modo aperto e positivo.

Una storia da raccontare

Uno degli aspetti rassicuranti che i genitori adottivi imparano è che, nella maggior parte dei casi, i bambini sono consapevoli della loro condizione. Spesso, sono abbastanza grandi da capire di essere passati da una situazione di abbandono o da un istituto a una famiglia che li ha voluti e scelti. Questo nuovo capitolo della loro vita rappresenta un cambiamento positivo, un’opportunità di essere accolti e amati. Anche nei casi in cui l’adozione avvenga quando il bambino è molto piccolo, è fondamentale che i genitori introducano sin da subito il concetto, adeguandosi all’età e alla capacità di comprensione del bambino.
L’adozione, infatti, non è un aspetto che dovrebbe essere nascosto o taciuto, ma parte integrante della storia familiare, un aspetto che contribuisce a costruire e rafforzare il legame tra genitori e figli. Evitare di parlarne potrebbe instillare un senso di vergogna o diversità nel bambino, un messaggio che potrebbe essere interpretato come qualcosa di negativo. Il dialogo aperto e la trasparenza sono fondamentali non solo per la serenità del figlio, ma anche per costruire un rapporto di fiducia e amore incondizionato.

Creare un ambiente di fiducia

Fin dall’inizio, è importante creare con il bambino un ambiente di fiducia, facendolo sentire amato, desiderato e accolto. In questo contesto familiare sereno, parlare dell’adozione non deve essere percepito come un momento critico o difficile, ma come una parte naturale della storia di vita del bambino. Piuttosto che concentrarsi sull’atto stesso dell’adozione, il dialogo dovrebbe focalizzarsi sul percorso che ha portato il bambino nella famiglia, spiegando come e perché è diventato parte di essa. È essenziale trasmettere l’idea che i genitori biologici, per quanto probabilmente abbiano cercato di prendersi cura di lui, non sono riusciti a farlo a causa di difficoltà o incapacità, senza giudizi negativi, ma con empatia e comprensione.
In ogni caso, la costruzione di una famiglia attraverso l’adozione può avere un’origine speciale, diversa da quella biologica, ma il legame che ne deriva è identico in termini di affetto, amore e appartenenza. Ogni famiglia ha la propria storia, e quella adottiva è semplicemente una storia unica che merita di essere raccontata con orgoglio. Parlare apertamente dell’adozione non solo normalizza l’esperienza, ma trasmette l’idea che sia una scelta serena, voluta e importante.
Raccontare al bambino che è stato adottato significa valorizzare la sua storia e sottolineare quanto sia stato desiderato. In questo modo, si rafforza la sua autostima e il senso di appartenenza. D’altro canto, nascondere o rimandare la rivelazione fino a un’età più avanzata potrebbe avere effetti negativi. Se il bambino scopre la verità da fonti esterne, come commenti di altre persone, potrebbe sentirsi tradito o percepire che ci sia qualcosa di sbagliato in lui e nella sua storia, un elemento che i suoi genitori hanno scelto di nascondere.

Come parlare di adozione?

Se il bambino è abbastanza grande da ricordare parte del suo passato, è utile stimolare i suoi ricordi, ascoltare con empatia le sue domande e riflessioni, e spiegare come l’adozione sia stata una scelta amorevole e consapevole da parte dei genitori. In questo modo, il bambino si sentirà accolto e parte integrante della famiglia, capendo che la sua adozione è stata un atto voluto e pensato, un segno d’amore.
Se invece il bambino è più piccolo, i genitori possono avvalersi di strumenti come libri illustrati che parlano di adozione, facili da comprendere per i più piccoli. Questi materiali possono essere un valido supporto per introdurre l’argomento in modo semplice e comprensibile. Inoltre, è importante rispondere con sincerità alle domande che i bambini stessi potrebbero porre man mano che crescono, cogliendo ogni opportunità per parlare delle loro origini e della loro storia.
Infine, un altro aspetto cruciale è quello di mantenere vivi in casa i segni dell’adozione: oggetti, foto, e ricordi legati al passato del bambino. Questi elementi possono diventare punti di partenza per conversazioni naturali e aperte, aiutando il bambino a capire e valorizzare la propria storia. In questo modo, si crea uno spazio di sicurezza in cui il bambino può accedere liberamente ai propri ricordi e riflettere su di essi, sentendosi sempre supportato e amato dai suoi genitori.
In definitiva, parlare di adozione non dovrebbe essere motivo di timore. Al contrario, è un’occasione per celebrare l’unicità del percorso familiare, un’opportunità per rafforzare il legame tra genitori e figli, fondato sull’amore, l’accoglienza e la fiducia reciproca.

Anna Maria Elisa Rossi
Psicologa e psicoterapeuta di Ai.Bi.

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