Psicologia dell’Adozione. Fino a che punto dire la verità circa le cause dell’abbandono di nostro figlio?

“Spesso, nel tentativo di proteggere il bambino dalla percezione di non essere stato desiderato o degno d’amore, si può cedere alla tentazione di attribuire a impedimenti esterni la ragione dell’abbandono”

L’adozione nasce dalla sommatoria di due dolori. Da una parte c’è quello di una coppia, che ha cercato per molto tempo un figlio attraverso una gravidanza biologica e spesso, successivamente, tecniche di procreazione medicalmente assistita. Dall’altra parte c’è il dolore di un bambino che è stato abbandonato, che ha perso le proprie radici, e che ha trascorso tanto tempo in un istituto, in cui è cresciuto senza poter sperimentare l’amore esclusivo di un genitore.

Affrontare l’abbandono

Spesso, nel tentativo di proteggere il bambino dalla percezione di non essere stato desiderato o degno d’amore, e di mitigare le emozioni connesse, si tende a edulcorare l’abbandono e si può cedere alla tentazione di attribuire a impedimenti esterni (quali la morte del genitore biologico) la ragione dell’abbandono.
Tuttavia, crescendo, i bambini faranno sempre più domande e spesso non sarà possibile fornire spiegazioni convincenti ed esaustive agli interrogativi del proprio figlio, anche perché, a ben guardare, nessuna risposta potrà mitigare e annullare la sofferenza del non essere stati voluti e del sentire di “non essere stati abbastanza” per qualcuno.

Dare voce alla sofferenza

Difficilmente potrà funzionare il censurare questo dolore, bensì dare parole a questa sofferenza, raccontarla e ascoltarsi fin da subito risulteranno le strategie più funzionali.
Creare un contesto in cui si percepisca di poter essere autentici, di poter esprimere le proprie emozioni, anche quelle più dirompenti e distruttive, chiedere aiuto professionale qualora se ne percepisca il bisogno, consentirà di risignificare gli avvenimenti pregressi, di trovare un posto sicuro per tutto quel dolore e giungere alla consapevolezza che nuovi capitoli della propria vita potranno essere scritti.
Gli stili narrativi potranno mutare, adattandosi alla storia e alla personalità di ogni bambino e di ogni famiglia; se i bimbi sono piccoli si potrà fare ricorso a favole, filastrocche o racconti che parlano di adozione; si potranno sfogliare le pagine dei libri che raccontano dei luoghi dai quali sono arrivati o album di fotografie scattate insieme.

Comprendere l’abbandono

Possono esistere molteplici situazioni che inducono due genitori biologici a rinunciare al proprio ruolo, in alcuni casi in maniera diretta, molto più spesso a seguito dell’intervento di autorità preposte per gravi e reiterate deprivazioni o condizioni di pericolo.
Il compito più complesso per il figlio sarà quello di comprendere che, se due genitori rinunciano, più o meno consapevolmente, al loro ruolo è perché non sono in grado di prendersi cura di un individuo e che il figlio non aveva nulla a che fare con tale decisione e, soprattutto, che non ha fatto nulla per provocarla ma che quella condizione di sofferenza iniziale si è tramutata in altre cure, calore e protezione.
Un bambino adottato ha bisogno di sentire che i genitori siano sereni rispetto alla sua storia di adozione.
Il nostro corpo e la nostra mente tendono a rifuggire il dolore e per farlo mettono in campo diverse strategie, tra cui a rimozione. Questo, però, non significa che siano in grado di eliminarlo. Il rischio è che si ripresenti proprio quando non ce lo aspettiamo e per questo siamo più impreparati ad affrontarlo.
La verità è sempre da preferire: prima la si conosce, prima si identifica l’impatto che ha sui genitori e sul proprio figlio, prima risulta possibile agire, qualora necessario anche contattando uno specialista per intervenire e supportarlo.
Non è facile ma è fondamentale raccogliere tutte le proprie forze e le proprie risorse per accettare il suo malessere e la frustrazione che questo provoca anche in voi genitori.
Il fatto che il bambino sia stato inserito nel canale dell’adozione internazionale implica un doppio fallimentoquello dei genitori biologici e quello del suo Paese di origine.
La verità potrebbe fare apparentemente male sia a lui che a noi, riaprendo delle ferite, ma è alla base di un rapporto sano e autentico.

Marina Gentile
Psicologa e Psicoterapeuta Ai.Bi.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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