Nuovi orizzonti nell’adozione nazionale: la proposta di legge

Procedure più semplici e veloci. Una proposta per rinnovare l’adozione nazionale e dare voce ai bambini in attesa di una famiglia. Leggi l’intervista a Paolo Trancassini

Quando si parla di adozione, il pensiero va immediatamente, e giustamente, alle storie delle coppie che dopo tante fatiche hanno potuto abbracciare i loro figli; alle vite dei tanti bambini che hanno trovato una nuova famiglia e a quelle dei molti di più che, purtroppo, sono costretti ad attendere ancora. Questi aspetti più emotivi e “narrativi” non devono però far perdere di vista il significato profondo dell’adozione come istituto politico nel senso etimologico del termine, ovvero che “attiene alla polis”, alla “casa comune” di tutti i cittadini.
Su questo versante, infatti, troppo spesso la voce dell’adozione, che altro non è che la forma che può assumere, per farsi ascoltare, la voce dei bambini abbandonati, ha segnato il passo, soverchiata da problemi che appaiono di volta in volta prioritari e più urgenti. Eppure: che cosa può esserci di più urgente di milioni di bambini abbandonati che gridano inascoltati?
Fortunatamente, di recente, questa voce ha trovato chi se ne è fatto carico nei contesti istituzionali, portando alla scrittura di una proposta di legge che mira a semplificare e velocizzare le procedure dell’adozione nazionale.

Intervista a Paolo Trancassini

Primo firmatario e promotore della proposta è l’onorevole Paolo Trancassini, di Fratelli d’Italia, già presente in occasione del convegno organizzato alla Camera da Ai.Bi. e Academy Spadolini:

“Dalla grave crisi delle adozioni internazionali a un Piano Mattei per l’adozione e l’affido dei bambini africani”.
L’onorevole ha confermato la sua disponibilità e il suo interesse verso questo tema, rispondendo a qualche domanda di Ai.Bi. e approfondendo una volta di più il senso e la ratio della sua proposta di legge.

Come nasce la sua proposta di legge sulle adozioni nazionali?

Ritengo che il Parlamento abbia il dovere di accendere una luce su un tema tanto delicato e importante come quello delle adozioni e rimettere al centro della propria attenzione l’aggiornamento di una legge che è stata innovativa e fondamentale ma che oggi necessita di un adeguamento per rispondere a una realtà diversa rispetto al 1983.

Qual è il suo obiettivo?

La mia proposta di legge sulle adozioni nazionali nasce con l’obiettivo di semplificare e velocizzare le procedure per aiutare tante famiglie che si trovano ad affrontare pratiche burocratiche troppo lente e complesse. Le procedure previste dall’attuale normativa infatti rappresentano l’ostacolo principale che scoraggia tante coppie che troppo spesso rimangono intrappolate nella burocrazia. Occorre che tribunali, servizi sociali, istituti e famiglie lavorino insieme. Questa pdl è un primo passo per aprire un confronto in Parlamento che auspico riceva un contributo costruttivo sia da tutte le forze politiche senza strumentalizzazioni, tenendo sempre prioritario l’interesse supremo della tutela dei minori, sia dalle tante associazioni che si occupano di questo tema.

Quali sono i punti principali di questa proposta di legge?

In particolare si prevede di aggiornare e semplificare alcuni requisiti necessari per poter adottare. Gli aspiranti genitori non dovranno più essere sposati da 3 anni ma da due o aver convissuto stabilmente prima del matrimonio per lo stesso periodo. Inoltre, si aumenta a cinquant’anni la differenza di età tra gli adottanti e l’adottando, in linea con la crescente aspettativa di vita e con l’aumento dell’età di filiazione naturale delle famiglie. In pratica anche chi ha 50 anni potrà adottare un bimbo di pochi mesi, non trascurando però l’esigenza di sensibilizzare all’adozione anche dei bimbi più grandi.

E per quanto riguarda i tempi purtroppo ancora molto lunghi dell’iter di adozione?

Viene stabilita l’improrogabilità del termine di sei mesi per la presentazione, da parte degli istituti di assistenza pubblici o privati e delle comunità di tipo familiare, dei dati relativi a tutti i minori collocati presso i medesimi istituti o comunità con l’indicazione specifica, per ciascuno dei minori inseriti nell’elenco, della località di residenza dei genitori, dei rapporti con la famiglia di origine e delle condizioni psicofisiche del minore stesso. È inaccettabile come al giorno d’oggi, con tutte le possibilità di interscambio di informazioni in tempo reale, una delle criticità principali nella gestione delle adozioni e nell’attivazione delle procedure sia proprio la cronica opacità di queste informazioni. Anche perché la mancanza di questi dati determina a monte una serie di problemi per far incontrare le domande di affido e i bimbi affidati pro tempore agli istituti.
Viene stabilito inoltre il termine di 30 giorni per comparire davanti a un giudice nel caso in cui parenti o affini si oppongano all’adozione stabilita dal tribunale e l’udienza di merito dovrà essere fissata entro 45 giorni. Accelerazione delle procedure anche per i servizi sociali che dovranno stabilire tempestivamente l’adottabilità del minore con riferimento all’imprescindibile esigenza di una costante e puntuale cooperazione tra le amministrazioni competenti e le famiglie che decidono di intraprendere un percorso di adozione. Il tribunale sarà tenuto a fornire in ogni momento e tempestivamente le notizie sullo stato del procedimento agli adottanti e dovrà spiegare con provvedimento motivato il respingimento della richiesta di adozione. Per la tutela del minore si prevede inoltre la possibilità per la procura minorile di disporre ispezioni, anche senza preavviso, nelle strutture che li ospitano.