Adozioni: cosa succede in Nepal?

nepalRegna il caos sul mondo delle adozioni internazionali in Nepal. Dopo lo stop temporaneo al deposito di nuovi fascicoli per poter adottare bambini nepalesi stabilito dalla Commissione Speciale della Conferenza de L’Aja, in Italia non c’è ancora chiarezza sul percorso che seguiranno i dossiers delle aspiranti coppie adottive depositate negli ultimi giorni dagli enti autorizzati italiani.

Le autorità nepalesi avevano fissato il 15 luglio 2010 come data limite entro la quale poter depositare i nuovi fascicoli. Per questo gli enti autorizzati avevano premuto l’acceleratore per poter rispettare il termine imposto da Kathmandu. Dall’Olanda era arrivato a fine giugno il contrordine con la richiesta alle Autorità centrali presenti al vertice de L’Aja, tra queste la Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI), di impegnarsi per sospendere il deposito di nuovi dossiers. La decisione del Bureau de L’Aja era stata influenzata anche dai documenti presentati da Organizzazioni Non Governative che, pur lavorando in Nepal con progetti a sostegno dell’infanzia, non si occupano di adozione internazionale e non conoscono quindi questa realtà. Ha fatto scalpore il caso del documentario “Paper Orphan” realizzato dalla ONG Terres des Hommes, già denunciato dal Ministero del Welfare nepalese in quanto darebbe informazioni false e non corrispondenti alla realtà del sistema adozioni del Paese.

Il risultato è che la situazione di oggi è confusa e frammentaria.

Alcuni enti infatti avevano già depositato i fascicoli, altri erano in procinto di farlo ma hanno dovuto bloccarsi, altri ancora facevano affidamento sul termine del 15 luglio per poter perfezionare la documentazione da presentare. In questa galassia c’è oggi un punto comune: ancora non è arrivata una comunicazione ufficiale rispetto alla linea politica che seguirà l’Italia.

Il dubbio è che si stia creando ulteriore confusione in un Paese che vive già un periodo di crisi politica acuta. E’ della settimana scorsa la notizia delle dimissioni del Primo Ministro nepalese, dimissioni che si inseriscono in un contesto già difficile e con equilibri politici compromessi. Per questo si dovrebbe lavorare al fianco delle autorità locali per sostenerle nella promozione di strumenti volti a garantire il diritto alla famiglia dei tanti minori abbandonati nel Paese. Le Autorità centrali dei Paesi di accoglienza dei bambini nepalesi dovrebbero intervenire non solo per esortare la sospensione del deposito di nuovi dossier, ma anche per mettere a disposizione le proprie competenze per sostenere così le autorità nepalesi a svolgere le procedure adottive nel pieno rispetto dei principi della Convenzione dell’Aja del 1993.

In passato si è visto come il blocco dei depositi non abbia portato alcun beneficio al sistema adozioni del Paese “sotto accusa”, ma che al contrario abbia alimentato situazioni poco chiare e dannose per l’interesse dei minori abbandonati e in difficoltà familiare.