Adozioni di bambini grandi sì, ma senza chiudere gli occhi di fronte alla realtà!

Buongiorno,

mi chiamo Sabrina e vorrei raccontarvi la nostra esperienza adottiva. Io ho 40 anni e mio marito 42. I nostri “bambini” avevano 9 e 10 anni quando “ci hanno” adottato, permettendoci di accoglierli nelle nostre vite. Sono bastati pochi secondi per chiamarci “mama” e “tate”, facendoci capire che noi eravamo già i loro genitori.

Sono con noi da meno di tre anni, ma fanno parte della nostra vita “da sempre”. Impossibile immaginare una vita senza la loro presenza! All’inizio non è stato facile abituarsi alla convivenza e ancora oggi, cerchiamo di risolvere insieme i piccoli problemi quotidiani: allacciarsi le scarpe, scrivere, imparare un gioco. I nostri figli sono definiti “grandi” e, forse proprio per questo motivo, in grado di riconoscere il “bene” infinito che cerchiamo di offrire loro ogni giorno della loro vita…quel bene che cercano, pretendono e non vogliono più perdere! Per cui, se avete nel cuore questa disponibilità ad amare, non arrendetevi. Non abbiate paura di adottare bambini grandi. Nulla è più appagante di un loro sorriso…

Grazie

 

 

Marco GriffiniGentile Sabrina,

adottare un bambino è un cammino che presuppone la piena consapevolezza da parte della coppia che ci potranno essere delle difficoltà ma “nulla è più appagante di un sorriso”.

Sicuramente l’adozione di bambini grandi, potrebbe comportare maggior “fatica” ma, come dice, il solo pensiero di sentirsi chiamare mamma e papà, ripaga di qualsiasi sforzo.

L’età di un bambino non conta: a qualsiasi età, è sacrosanto il diritto di essere figlio e non è detto, come molti dicono, che i più grandicelli facciano più fatica a riconoscere i genitori adottivi come veri genitori. La vostra esperienza lo dimostra appieno.

Sicuramente, però, quando si affronta il problema dell’adozione di bambini grandi, ci si trova davanti ad una serie di difficoltà (si tratta di minori che hanno un passato difficile alle spalle, traumi e difficoltà relazionali).

Per questo, le coppie devono avere a disposizione gli strumenti adatti per capirli e costruire con loro un rapporto affettivo, giorno dopo giorno.

Tanto più quando si tratta di accogliere bambini grandi, le coppie devono essere accompagnate durante l’iter adottivo.

Ai.Bi. in collaborazione con le Autorità Centrali dei paesi di origine dei minori , sta studiando anche nuove forme di accompagnamento: le cosiddette vacanze preadottive.

Si tratta di una proposta che permette a bambini grandicelli di trascorrere un periodo di vacanza (dalle 2 alle 4 settimane), con una famiglia disposta ad accoglierli. Questo tempo di graduale avvicinamento, è utile sia alla coppia sia al bambino poiché, nel clima sereno di una vacanza, si impara a conoscersi a poco a poco e spesso ad affezionarsi e a capire che si vuole costruire un percorso di vita condiviso.

Dopo la vacanza preadottiva, la coppia può capire se si sente davvero pronta ad affrontare tutto l’iter necessario per arrivare ad accogliere quel bambino e farlo suo figlio.

Ciò che mi sento di dire, è di non avere paura intraprendere l’adozione di un bambino grande. Ogni storia è diversa e l’età non può essere un freno alla voglia di abbracciare un bambino e accoglierlo nella propria famiglia.

Grazie

Marco Griffini

Presidente di Ai.Bi.