Adozioni in Congo. Il Comitato Genitori Rdc: “Firme… un’urgenza insindacabile!”

sede cai

Coppie di genitori adottivi costretti a sobbarcarsi un viaggio lungo anche 1.200 chilometri, al solo scopo di arrivare a Roma, alla sede della Commissione Adozioni Internazionali, per firmare dei documenti. E’ questo il senso di rispetto per il cittadino da parte di un’istituzione che dovrebbe essere, appunto, al servizio del cittadino? Se lo chiedono i membri del Comitato Genitori Rdc di cui riportiamo di seguito integralmente il racconto di quanto avvenuto ad alcuni di loro tra venerdì 22 e sabato 23 aprile.

 

Firme importantissime!

Venerdì 22 aprile 2016-Ore 17:35… comincia la caccia alle firme!

Driiiin….

Funzionario: “Pronto, buon giorno sono xxx funzionario della Commissione Adozioni Internazionali? Parlo con il genitore yyy”???

Genitore: “Sì, sono io. Mi dica…”

Funzionario: “Ci sarebbero delle carte importantissime che dovete firmare, assolutamente, subito”

Genitore: “Relative a cosa mi scusi? Per subito che cosa intende”?

Funzionario: “Si tratta di documenti relativi all’adozione di suo figlio/a, dovrebbe firmarle in serata”.

Genitore: “In serata? Mi scusi ma lo sa con chi sta parlando? Lo sa che… abito in Lombardia? Come faccio ad essere in serata a Roma”?

Funzionario: “Ah… mi perdoni, non conoscevo questo particolare, ho una lista di famiglie da chiamare con relativi numeri di telefono…” 

Genitore: “Mi scusi, ma non si può fare domani? Ci separano solamente 550 chilometri? Con tutto il rispetto, non mi chiamo Silvio e non ho un elicottero…”

Funzionario: “Umanamente capisco il suo problema, ma… la Presidente della Cai è stata categorica è assolutamente necessario che vengano firmate stasera, c’è un’urgenza insindacabile, sappia che noi l’aspettiamo qui fino a tardi, non si preoccupi e si metta in viaggio”. 

Genitore: “Se è così urgente… va bene, mi dia il tempo di organizzarmi… perchè mi ha preso in contropiede. Mi faccia recuperare la moglie, sistemare la questione di lavoro e… parto immediatamente”!

 

Ore 18:05… comincia il viaggio!

No, non è un racconto, non è fantasia, non è invenzione… è semplicemente esperienza vissuta allo stato puro! Esperienza dalla quale chi vi scrive è reduce, ma che ha vissuto in buona compagnia! Da Trento a Matera, da Brindisi a Brescia, da Napoli a Milano, da Pescara a Lucca… isole comprese!

 

Il viaggio…

Decine di famiglie hanno risposto al richiamo della Cai, nelle giornate comprese fra giovedì e venerdì, per andare a firmare tre fogli di delega necessari per permettere all’incaricato dalla Cai stessa di richiedere presso l’ambasciata italiana il rilascio del visto di ingresso per adozione sul passaporto del minore. Ci siamo! Finalmente la notizia che tutti attendevamo! Si tratta degli ultimi passaggi necessari per completare l’arrivo dei nostri figli. Insieme a questa, anche la delega relativa agli accompagnatori che porteranno in Italia i nostri bambini.  Ma noi… ma noi ancora non lo sappiamo! Ufficialmente stiamo andando a firmare delle carte importanti. Qualcuno ha avuto un giorno di preavviso, per prepare la partenza per Roma, altri sono stati avvisati in mattinata… poi ci sono alcuni fortunelli… a noi risultano con certezza che siano almeno 5 le coppie, non escludiamo possano essercene altre, che ricevono la comunicazione alle 17:30 del venerdì 22 aprile, giorno di partenze per il ponte del 25. Con l’ordine tassativo di scendere in serata.Coincidenza… ma è solo una coincidenza… sono famiglie facenti parte del Comitato Genitori RDC. Chi 200, chi 300, chi quasi 600 chilometri… ci mettiamo in cammino verso Roma, il posto ci verrà indicato in seguito. Ma non tutti siamo così fortunati.

Sei ore di viaggio, un incidente che blocca per un’ora. Un viaggio a rotta di collo, per esser lì il prima possibile, le carte saranno importanti… a qualcuno hanno detto “scendete a firmare le carte“… hanno trovato i figli ad aspettarli. Sappiamo in cuor nostro che non è così, ma il tarlo… in fondo, in fondo, si insinua… perchè dopo 3 anni di disperazione, ci si attacca a tutto! A metà strada una seconda telefonata.

Funzionario: “siamo qui in Cai, la conosce la sede di via di Villa Ruffo”

Genitore: “Ha voglia sa? Ci sono già stato tre volte, sa? Avevo pensato pure di incatenarmici?Poi… ho optato su Montecitorio… ma questa è un’altra storia, arriviamo!”

Fra ansia, nervoso, traffico, buio, percorriamo la Salaria, entrando nella capitale.

 

Le firme

Ore 24:07 sulla porta della Cai ci accolgono quattro polizotti in borghese, sembra una scena già vista. Ci chiedono, giustamente il documento, e poi il passaggio sotto al metal detector… “No scusi, guardi, mi avete preso alla sprovvista non sono riuscito a passare alsupermercato e in autogrill non mi sono nemmeno fermato per cercare la bomba che mi serviva per entrare qui in Cai… sa sono uno di quelli pericolosi, un facinoroso!” Basta una battuta per sciogliere gli animi. Loro, i poliziotti, stanno facendo il loro lavoro,situazione assurda… ma eseguono ordini,impartiti dall’Alto. Dentro due funzionari che sarebbero volentieri altrove, ma aspettano le ultlime due famiglie di “disperati” per la firma delle deleghe. Gentilissimi, si ride e si scherza, “L’hanno fatta penare a noi genitori ma anche a voi… Pensi poi che alcuni le deleghe non sanno se saranno necessarie o se le hanno già firmate. Ma anche questa è un’altra storia”…

Proprio in quel momento arriva una telefonata dall’alto, stavolta minuscolo, perchè è un po’ meno alto… “Sì dottoressa, tutto a posto… sono arrivati anche gli utlimi, quelli più lontani”.Ore 24:15, un altro passo verso i nostri figli, è stato compiuto!

 

Mission impossible is done!

E poi c’è il ritorno, perchè a stretto giro non è stato possibile programmare altro… altri 200-300-600 chilometri per concludere in mattinata una due giorni mozzafiato! Questo il racconto, credeteci, per nulla romanzato… riporta fedelmente, momenti vissuti veramente.

 

Considerazioni di fondo

Nell’era del digitale, della firma digitale, ma senza nemmeno scomodare il digitale, bastano ancora i vecchi corrieri espressi… che cosa siamo andati a firmare? Tre documenti scritti inWord, con date di nascita, nomi e altri dati personali… normalissimi moduli di deleghe, parificabili a quelle che si fanno per esser rappresentati alle assemblee di condominio… il medesimo valore!

  • Non era possibile mandare un normale fax? Forse no… magari era necessaria lapresenza di funzionari dello Stato, possiamo anche comprenderlo. Ma ci risulta che (è già stato fatto) coppie si siano recate presso gli uffici pubblici della propria città per firmare questi documenti, davanti ad un pubblico ufficiale.
  • Non era possibile, sappiamo che un ente ha agito in questo modo, far firmare le deleghe nella sede delle rispettive associazioni in loco?
  • Dopo due anni e mezzo di blocco era davvero impensabile preparare delle deleghe nel caso di un trasferimento dei bimbi con accompagnatori? Stiamo parlando di atti notarili? Non ci sembra… in caso di diversa soluzione si potevano stralciare, o semplicemente non utilizzare (proposta emersa dagli stessi genitori durante gli incontri tenutisi in Cai)
  • Era possibile organizzare questa operazione senza creare tutti questi problemi logistici, senza permettere che famiglie si siano dovute sobbarcare viaggi lunghi (anche 1200 chilometri) ed estenuanti, all’ultimo minuto e a tempo record… pena la paura di una “squalifica” dai giochi?
  • Se per la “consegna” dei figli è stata fatta la “caccia al tesoro” per le firme di queste deleghe è stato organizzata la 1000 Miglia?

Sempre perchè si parla di un’istituzione che dovrebbe esser al servizio del cittadino, è questo ilsenso di rispetto nei confronti di questi cittadini? Ha senso mettere in strada, per un’intera notte, coppie di futuri genitori con rischio di incidentalità sicuramente più alto, mentre ad altri è stato concesso un trattamento diverso?

Poi ci si stupisce che qualcuno cominci a nutrire velati sospetti sul fatto che certi interventi siano di natura punitiva