Adozioni internazionali, Francia: la Kafala sarà presto riconosciuta

PARIGI – Kafala: la Francia prende per mano migliaia di bambini abbandonati. Mentre l’Italia, fanalino di coda, non ha ancora ratificato la Convenzione de L’Aja del 1996 (che illuminerebbe il destino di migliaia di minori adottabili tramite kafala), la Francia consolida il suo primato di nazione a difesa dei diritti umani e porta a termine il processo avviato per il ricoscimento della kafala.

Che questo possa servire di lezione all’Italia. A Parigi una proposta di modifica della legge francese sulle adozioni è stata approvata alla Camera e dovrà ora passare al Senato: nella proposta si fa riferimento anche all’istituto giuridico della kafala, tramite il quale il giudice del Tribunale della Famiglia affida un bambino abbandonato a due genitori kafil (in arabo: accogliente). La kafala è una formula radicata nel diritto coranico e diffusa nei Paesi islamici.

Tutto questo perché la Francia intende trasformare la kafala in un processo di adozione semplice. In particolare, un emendamento all’attuale legge, contenuto nella proposta, stabilisce la necessità di formulare accordi bilaterali tra la Francia e i Paesi del Maghreb (Marocco e Algeria in primis), in modo tale che in Francia la kafala diventi molto più di una semplice delega dell’autorità parentale.

«Non è più possibile mantenere la situazione attuale», ha dichiarato Patricia Adam, vice-presidente della Commissione Speciale del Parlamento francese incaricata di esaminare la proposta di legge sull’infanzia abbandonata e l’adozione. «Sulla kafala abbiamo presentato diversi emendamenti: è necessario trovare una soluzione affinché i bambini in questione riescano a beneficiare di protezione sul territorio francese, di cui hanno legittimamente diritto».

I segnali di snellimento sono favorevoli anche alle coppie francesi che hanno già adottato tramite kafala. Dichiara Chantal Bourragué, membro segretario della Commissione: «Al momento i bambini affidati in kafala a una famiglia francese non possono ottenere la nuova nazionalità se non dopo un’attesa di 5 anni: davvero troppo lunga. Nei casi di questi bambini l’adozione semplice può essere la soluzione, laddove però il nuovo legame familiare non venga più rimesso in causa».

I lavori parlamentari che hanno portato alla proposta di modifica di legge hanno visto citare in molti punti la Tavola Rotonda La kafala alla luce delle problematiche che si pongono, che Ai.Bi. ha contribuito ad organizzare insieme all’associazione partner Osraty a Casablanca il 2 febbraio scorso, e le argomentazioni sviscerate in tale occasione.