Adozioni Internazionali. Russia: dopo il braccio di ferro con gli Usa, si riapre il dialogo

russia_dialogoChe i rapporti fra Russia e Stati Uniti si fossero inaspriti negli ultimi 6 mesi, nell’ambito delle adozioni internazionali, non è certo una novità. In quest’ultimo periodo, infatti, si è assistito ad una vera e propria crisi diplomatica fra i due Paesi, dovuta a una serie di eventi che hanno scosso l’opinione pubblica internazionale e segnato pesantemente le relazioni politiche fra Mosca e Washington. 

Il primo casus belli è stato la morte di Dima, bambino russo adottato da una coppia americana, e morto asfissiato in macchina, dove il padre lo aveva lasciato per andare a fare la spesa. Dopo quel triste episodio, la Russia era intervenuta con una legge che ordinava il blocco delle adozioni internazionali dei minori russi verso gli Stati Uniti: la “Legge Dima”.

A distanza di pochi mesi, un altro decesso: quello del piccolo Maksim, anche lui adottato in Russia da una famiglia statunitense, del Texas. Il bambino di soli 3 anni era morto davanti agli occhi del fratellino più piccolo in circostanze ancora tutte da chiarire, nel giardino di casa.

Quest’ennesimo caso aveva scandalizzato e mobilitato l’opinione pubblica e la classe politica russa e aveva portato all’organizzazione della cosiddetta “Marcia per i bambini”, svoltasi a Mosca il 2 marzo scorso, su iniziativa dell’Associazione “Madri della Russia”. Decine di migliaia di persone, in quell’occasione, avevano reclamato il ritorno in patria del fratello di Maksim e di tutti i bambini russi già adottati negli USA.

Ora si è giunti finalmente ad un punto di incontro. Mosca e Washington hanno aperto un tavolo di confronto presso il Dipartimento di Stato per discutere il destino di migliaia di minori russi orfani che aspettano solo una mamma e un papà. Tanto per la Russia quanto per gli USA i rapporti bilaterali sulle adozioni internazionali sono di vitale importanza se si considera che la Russia è il terzo Paese da cui proviene il maggior numero di bambini adottati negli USA. Solo nel 2012 i bambini russi adottati da coppie americane erano stati 752, su un totale di 8.667 (8,67%).

Attraverso questo incontro le parti hanno cercato di rivedere l’ormai famosa “legge Dima”. Nonostante la Russia stia spingendo, per l’anno 2013, soprattutto le adozioni nazionali, grazie a incentivi e sussidi economici alle famiglie russe che vogliono adottare, non sarà sufficiente per svuotare gli istituti e garantire una mamma e un papà a tutti i minori fuori famiglia. Per questo la riapertura delle adozioni verso gli Stati Uniti potrebbe rappresentare una speranza, purché siano garantite l’affidabilità e il controllo delle famiglie che accolgono.

Proprio per tale ragione, i negoziatori di entrambi i Paesi hanno anche discusso la creazione di un sistema di monitoraggio del benessere dei minori russi adottati negli USA.