Adozioni internazionali. Ucraina: «Le coppie italiane hanno rispettato i loro impegni al 100%. Adozioni possibili ma solo per bambini grandi».

pavlenkoL’Ucraina promuove i genitori adottivi italiani, perché rispettano l’obbligo di inviare relazioni post-adottive.

Com’è noto l’iter delle adozioni non si chiude con l’arrivo in casa del proprio figlio. Le famiglie devono inviare, secondo modalità stabilite dai vari Paesi di provenienza,  una relazione scritta corredata da fotografie del bambino che ne attesti le condizioni di salute, l’inserimento nella vita familiare e sociale.

Nel caso dell’Ucraina, viene richiesta una relazione annuale per i primi tre anni, e successivamente una relazione ogni triennio, fino al raggiungimento della maggiore età del bambino. La sorte dei bambini ucraini viene monitorata con scrupolo, tanto più che essi restano a tutti gli effetti cittadini ucraini fino al compimento dei 18 anni.

Lo scorso 17 luglio si è svolta una riunione a Roma, dedicata alla procedura di monitoraggio dei bambini adottati.  Yurii Pavlenko, ex Ministro della Famiglia, oggi Rappresentante del Presidente dell’Ucraina per i Diritti dei Bambini, ha dichiarato: «Il Consolato d’Ucraina in Italia conferma che per il periodo dal  2008 al 2012 sono arrivati il 100% dei report post adottivi». Ottimo il riscontro registrato nel nord Italia,  in particolare a Milano. Qualche carenza si registra invece per le adozioni effettuate prima del 2000. Nel complesso i report post-adottivi sono passati dal 65% al 76%.

Il nostro Paese ha accolto in totale 6212 bambini ucraini, secondo i dati aggiornati al 1 febbraio 2013. Dei 21.574 bambini adottati, la maggior parte si trova negli USA ( 8225). Dopo l’Italia, al terzo posto si posiziona la Francia (1310), seguita da Israele (907) e Spagna (3 12). Stando alle statistiche della Cai ( Commissione adozioni internazionali) nel 2012 sono entrati dall’Ucraina in Italia 225 minori (136 femmine, 89 maschi), che costituiscono il 7,24% del totale dei bambini adottati. L’età media all’ ingresso è di 8,5 anni, in linea con la volontà politica del governo ucraino di incentivare le adozioni interne. Anche in altre occasioni Pavlenko è stato chiaro: «Chi è disposto ad adottare bambini di 9 e 10 anni ha buone possibilità di adottare in Ucraina, ma non vogliamo ricevere coppie con aspettative diverse, perché inevitabilmente sono destinate a non esaudire i loro desideri». Nel 2012, su 92mila minori adottabili, ben 75mila sono stati adottati in Ucraina. Intanto l’Ambasciatore d’Ucraina in Italia, Ievghen Perelyhin, ha incaricato i funzionari del Consolato ad impegnarsi per garantire l’arrivo di tutti i report post-adottivi, perché come ha ricordato Pavlenko, è un dovere «del nostro Paese conoscere il destino di ogni bambino adottato all’estero dagli stranieri». Per questo il Presidente ucraino Viktor Janukovyč ha mobilitato le strutture diplomatiche per «perfezionare l’attività di monitoraggio della tutela dei diritti dei bambini che vivono all’estero».

Ma non sono solo i bambini adottati a essere sotto la lente delle autorità ucraine. Nell’incontro Pavlenko ha evidenziato la necessità di monitorare anche il destino dei bambini nati da genitori emigrati in Italia o dei figli di coppie miste, dei quali uno dei genitori sia cittadino ucraino.