Adozioni Russia: ecco perché vogliamo adottare un altro bambino

“Siate forti, andate avanti nonostante gli ostacoli. L’amore che ti dà un figlio non ha prezzo. Non arrendetevi al primo ostacolo. Quando sei stato sul posto e hai visto gli altri bambini ti rendi conto di quanto sia importante non arrendersi ed andare avanti. Noi abbiamo iniziato a pensare ad una seconda adozione!” E’ questo l’incoraggiamento che arriva da Luigina e Pietro, una coppia di genitori adottivi che hanno accolto la piccola Daria (5 anni) dalla fredda Siberia.

Abbiamo intervistato la neo-mamma:

Come ha avuto inizio il vostro cammino di adozione?

Il nostro desiderio di avere un figlio era davvero grande. Abbiamo atteso a lungo. Aspetta, aspetta e poi finalmente siamo giunti alla decisione di intraprendere il cammino dell’adozione internazionale. E’ stato un percorso che ha avuto inizio nel 2005, segnato da molte tappe. Un cammino che ci ha lasciato un ricordo bello, indelebile. Ricordo tutto con piacere, gli incontri con le assistenti sociali, le visite, i corsi di formazione. Un percorso lungo, di attesa, ma non faticoso! Una strada che ci ha permesso di incontrare anche molte persone che ci hanno sempre invogliato ed aiutato ad andare avanti. Abbiamo conosciuto persone sensibili.

 

Come è proseguita la vostra storia di adozione?

Siamo stati abbinati a Daria, una bambina della Russia, che si trovava ospite in un istituto nella regione di Omska in Siberia. Di quei primi momenti ricordo i rapporti con i referenti che hanno seguito la nostra adozione, devo dire che fortunatamente sono stati davvero positivi e quindi per noi è stato più semplice avere informazioni sulla nostra bambina e rimanere in contatto.

 

Il primo incontro con Daria come è andato?

Ricordo bene il momento dell’incontro con Daria. Quando siamo arrivati all’istituto noi eravamo molto emozionati, una sensazione incredibile.
Nel momento in cui l’abbiamo incontrata per la prima volta lei era molto diffidente con noi, se ne stava sulle sue, aveva timore nei nostri confronti. Non voleva essere accarezzata, ne avvicinata.

 

Si ricorda un momento particolare?

E’ stato durante il nostro primo viaggio in Russia. Quel mercoledì pomeriggio non potrò mai dimenticarlo. Daria stava giocando nel cortile insieme ad altri bambini quando ad un certo punto è caduta e si è fatta male. L’abbiamo vista per terra e siamo accorsi da lei. Ci siamo avvicinati e l’abbiamo coccolata un po’. In quel momento Daria si è lasciata andare, sono crollate le sue barriere, la sua diffidenza e le sue paure nei nostri confronti non c’erano più. Quell’episodio mi ha fatto percepire come lei avesse bisogno dell’amore di due genitori che le fossero accanto. E’ stata una sensazione che porto ancora dentro di me. Nel nostro secondo viaggio in Siberia c’è stato un altro momento che mi è rimasto impresso: il giorno in cui abbiamo accompagnato Daria per la prima volta fuori dall’istituto. La sua espressione mi ha fatto capire che per la prima volta nostra figlia ha potuto vedere cosa ci fosse al di là di quelle mura. Uno sguardo, il suo, che non dimenticherò mai.

 

Come è andato il rientro?

Quando siamo rientrati c’erano molte persone ad accoglierci, i nonni, gli amici e i parenti. La cosa su cui però abbiamo avuto un po’ di indecisione era la scuola. Non sapevamo che reazione potesse avere Daria nel rapportarsi con gli altri bambini e non sapevamo se fosse opportuno iscriverla subito in prima elementare.

Che cosa avete deciso di fare?

Dopo esserci confrontati con alcuni esperti, a settembre abbiamo deciso di iscriverla subito in prima elementare. Ora possiamo dire di aver fatto la scelta giusta. Stare insieme ai suoi coetanei ha fatto molto bene a Daria. Ci sta dando grandi soddisfazioni, è diventata una bambina socievole ed ha superato anche la paura di stare con altri bambini. Adesso non è più diffidente, si è lasciata andare, anche lei fa i capricci!

Se volesse lasciare un messaggio alle coppie adottive cosa direbbe?

Siate forti, andate avanti nonostante gli ostacoli. L’amore che ti dà un figlio non ha prezzo. Non arrendetevi al primo ostacolo. Quando sei stato sul posto e hai visto gli altri bambini ti rendi conto di quanto sia importante non arrendersi ed andare avanti. Noi abbiamo iniziato a pensare ad una seconda adozione!