Affido. Nei Tribunali per i Minorenni 205 giudici onorari in possibile conflitto d’interesse

tribunale minorenni targa bis 400 286In Tribunale decidono della sorte di tanti minori in difficoltà, fuori dal Palazzo di Giustizia gestiscono o lavorano all’interno di comunità educative. Sono svariati i casi di possibile conflitto d’interesse che riguardano i giudici onorari.

Nei 29 Tribunali per i Minorenni d’Italia operano non solo i magistrati togati, ma anche quelli cosiddetti ‘onorari’. Tecnicamente vengono definiti “privati”: la legge (una norma del 1934 e una riforma del 1956) prevede che siano “cittadini benemeriti”, esperti di psichiatria, psicologia, pedagogia, sociologia, biologia.

Svolgono attività sia nelle camere di consiglio sia nelle udienze camerali. Il ruolo dei giudici onorari, al contrario di quanto avviene nei tribunali civili, ha lo stesso peso di quello dei magistrati di carriera. Ed è un peso elevato, perché in ogni tribunale minorile le corti sono composte da due giudici togati e da due onorari; in corte d’appello da tre togati e due onorari.

L’associazione “Finalmente Liberi Onlus” ha indagato sui giudici onorari e ha scoperto che 151 nei tribunali, più 54 nelle corti d’appello, operano in possibile conflitto d’interessi. Si tratta di 205 giudici, che ogni giorno potrebbero decidere sull’affidamento di bambini a una casa-famiglia, o a un centro per la protezione dei minori, ma sono a loro volta dipendenti di quelle medesime strutture.

In molti casi hanno contribuito a fondarle, ne sono azionisti, fanno parte dei loro consigli d’amministrazione.

Questa la fotografia scattata dalla Onlus: quasi il 20 per cento dei magistrati minorili italiani ha un qualche interesse diretto (ed economico) a che i bambini vengano collocati in un centro d’affido. Le comunità incassano dai Comuni di residenza dei minori coinvolti una retta giornaliera che può arrivare fino a 400 euro al giorno.

Il giro d’affari è da capogiro. In Italia i minori allontanati delle famiglie sono 30mila. Più di metà sono accolti in strutture residenziali. Si può pertanto ipotizzare che alimentino un “mercato” che al ribasso raggiunge almeno 1 miliardo di euro ogni anno.

Maurizio Tortorella, riportando la notizia sul sito Tempi.it, precisa che “È evidente che non tutte le strutture dell’affido minorile hanno caratteristiche speculative. Al contrario, la maggioranza di loro svolge certamente un ruolo positivo, di reale protezione dei minori in situazioni difficili: criminalizzare l’intera categoria sarebbe sbagliato e profondamente ingiusto”.

Ma aggiunge: “Resta il fatto che tra i giudici onorari i casi di conflitto d’interessi sono davvero troppi, eppure nessuno sembra accorgersene. Il Consiglio superiore della magistratura (Csm) ha più volte emanato circolari nelle quali indica i criteri di incompatibilità dei giudici. Gli stessi tribunali dei minori dovrebbero sorvegliare, ma in realtà non lo fanno”. 

fonte: Tempi.it