Afghanistan. I talebani conquistano Kabul: non lasciamo sole le donne e le bambine al loro destino

Noi non contiamo perché siamo nate in Afghanistan… non posso fare a meno di piangere… nessuno si preoccupa di noi. Moriremo lentamente nella storia”

 Il pianto rassegnato di una ragazzina afgana divenuto virale su twitter rappresenta meglio di tante parole la disperazione delle donne e delle bambine che vivono in Afghanistan ora che i talebani hanno conquistato il potere, espugnando con incredibile facilità Kabul.

 

Migliaia di afghani in fuga a piedi o in macchina, dalle proprie case. Caos per le strade. Ambasciate chiuse e ponti aerei per riportare al più presto al sicuro, in patria gli stranieri, anche italiani presenti nel Paese.

È risuonata come una bomba, nella quiete del Ferragosto appena trascorso la notizia della presa della capitale, dai combattenti del regime del terrore. La paura di una presa del potere da parte degli insorti talebani era tanta, ma la velocità con la quale il più triste dei presagi si è avverato lascia davvero sgomenti.

Nessun governo transitorio quindi, come in un primo momento si vociferava ma una piena presa di potere.

L’Ansa riporta come il presidente Ashraf Ghani fuggito per “evitare un bagno di sangue”, in una dichiarazione affidata ai social abbia detto: “I talebani hanno vinto… e ora sono responsabili dell’onore, della proprietà e della tutela dei loro connazionali”.

Ora, i talebani, riporta Adnkronos, si preparano a proclamare a breve la nascita dell’Emirato islamico dell’Afghanistan e Suhail Shaheen portavoce degli insorti dichiara alla Bbc: “Assicuriamo alle persone in Afghanistan, in particolare a Kabul, che le loro proprietà e le loro vite sono al sicuro […]”Rispetteremo i diritti delle donne. La nostra politica è che le donne avranno accesso all’istruzione e al lavoro […] Nessuno dovrebbe lasciare il Paese, abbiamo bisogno di tutti i talenti e di tutte le capacità, abbiamo bisogno di tutti”.

Un messaggio che ieri non sembra però aver tranquillizzato la popolazione afghana. L’Ansa, infatti, parla di caos totale all’aeroporto di Kabul: “con la gente sulle piste pur di riuscire a salire sugli aerei e lasciare il Paese”.  Secondo quanto riferito da Sky News e riportato da Adnkronos, sembrerebbero essere almeno cinque le persone rimaste uccise.

Partito anche il primo volo dell’aereonautica militare verso l’Italia

E all’interno dello speciale Afghanistan di Radio 1, il ministro degli esteri Luigi di Maio, ha confermato la partenza da Kabul di un volo dell’aereonautica militare con a bordo “circa un centinaio di nostri connazionali”. Il volo, si apprende dal Sole 24 ore, che riporta quanto riferito da una giornalista di Sky Tg 24 a bordo, arriverà a Roma nel primo pomeriggio di oggi, lunedì 16 agosto. Assieme ai nostri connazionali anche una ventina di cittadini afghani.

Questo – assicura di Maio– è il primo dei voli che nei prossimi giorni continueranno a decollare da Kabul per l’Italia per rimpatriare connazionali“.

Di Maio: “Dopo quanto accaduto senz’altro dovremo porci qualche domanda come Occidente”

Dopo quanto accaduto – continua di Maio, nello speciale, così come descritto da Adnkronos- senz’altro dovremo porci qualche domanda come Occidente, in 20 anni abbiamo formato le forze militari e dell’ordine afghane e una resa così veloce lascia vari interrogativi”.

La situazione in Afghanistan è tragica, ma non abbandoneremo il popolo afghano […] porteremo avanti progetti di cooperazione per tutelare i diritti delle donne, dei bambini e dei cittadini in genere […] è nostro preciso dovere tenere la linea della collaborazione con il popolo afghano per aiutare a tutelare i loro diritti facendo quello che poi l’Italia sa fare meglio, cooperazione allo sviluppo con progetti che aiutino la società civile“.

La preoccupazione maggiore è per il futuro di donne e bambine. Nonostante tutte le dichiarazioni dei talebani il terribile presagio è quello di perdere tutte le conquiste raggiunte in 20 anni e risprofondare in una civiltà del terrore.

Noi non contiamo perché siamo nate in Afghanistan… non posso fare a meno di piangere… nessuno si preoccupa di noi. Moriremo lentamente nella storia”.

 Le parole e le lacrime della giovane ragazza afghana sono il grido silenzioso di aiuto di tutte le donne dell’Afghanistan. Non lasciamole sole. Prestiamo loro la voce. Facciamo che il loro grido sia anche il nostro.

Foto presa dal Profilo twitter giornalista Masih Alinejad