Ai.Bi.: Monferrato…ma l’adozione non è MAI un atto egoistico

Fa scalpore la sentenza choc del Tribunale dei minori del Piemonte riguardante una coppia di genitori giudicati “troppo anziani ed egoisti” per crescere la loro figlia, concepita troppo tardi secondo i giudici che hanno deciso di togliere loro la bimba dichiarandola adottabile.

La notizia riporta l’attenzione sul difficile tema di un figlio in età avanzata: i giudici hanno ritenuto la volontà di concepire la piccola “una scelta che, se spinta oltre certi limiti si fonda sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni che, necessariamente, implicano l’accantonamento delle leggi di natura e una certa indifferenza rispetto alla prospettiva del bambino”.Questo è il punto, secondo Marco Griffini, Presidente Ai.Bi.: “Troppo spesso non si presta attenzione alla prospettiva del bambino, preferendo concentrarsi sui desideri del genitore. Il minore, che dovrebbe essere prima figlio e poi nipote, in casi come questo si trova a vivere una situazione “ribaltata” in cui il genitore è… un “nonno”.

Si tratta di una situazione frequente e controproducente considerando i tanti minori abbandonati e bisognosi di una famiglia. Alla coppia in questione è stata negata l’idoneità all’adozione nel 2003, al termine di un iter prolungato e frammentato tra diversi soggetti, come ancora previsto dalla legge italiana. Questa coppia si sarebbe rivelata una risorsa preziosa per un bambino di 10 o 12 anni prosegue Marco GriffiniMa la procedura obsoleta italiana prevede che i giudici decidano sull’idoneità all’adozione delle coppie, svolgendo un’indagine giudiziaria per stabilire “l’adeguatezza” della coppia stessa”.

“E’ necessario cancellare i tribunali per i minorenni dalla procedura di idoneità per le adozioni: è un passaggio inutile, spiega Marco Griffini, le coppie oggi sono giudicate idonee prima dai servizi territoriali e infine dal tribunale. Una coppia disponibile all’adozione è già di per sé idonea. Le coppie non vanno selezionate, ma accompagnate. E questo possono farlo solo gli enti autorizzati e i servizi sociali. Una prassi questa che è già in uso in tutti i paesi europei: fa eccezione l’Italia, rimasta al Medio Evo”.

Semplificare le procedure per l’adozione riporterebbe equilibrio ed eviterebbe scelte egoistiche. Invece di correre ai ripari contro l’egoismo” dei genitori – conclude Griffini – bisognerebbe supportarli e accompagnarli nell’adozione che non è MAI un atto egoistico, ma un atto di giustizia: il più grande atto che una persona possa mai fare nella propria vita”.