Kenya. Anthony, abbandonato dai genitori, vive nel terrore di incontrare il padre che lo picchia per strada

Leggi la storia drammatica di Anthony, bambino di 13 anni, che cerca di sopravvivere, come tanti altri suoi coetanei, nella baraccopoli di Huruma e come le iniziative attuate grazie al progetto “Sostieni a distanza i bambini di un orfanotrofio”, potrebbero rappresentare anche per Anthony una via d’uscita da una vita di paura e abbandono

Tra le caotiche vie dello slum di Huruma, si nasconde una storia di abbandono e violenza che riflette la dura realtà di molti bambini del Kenya. Anthony, un ragazzo di soli 13 anni, è uno dei tanti giovani che partecipano a progetti di sostegno per ragazzi vulnerabili, organizzati da Amici dei Bambini. Ma dietro il suo comportamento chiuso e silenzioso si celava un vissuto difficile, segnato dalla separazione dei genitori e dalla successiva violenza subita per strada.

La formazione di Ai.Bi.

Negli orfanotrofi del Kenya, sessanta ragazzi di età compresa tra i 12 e i 18 anni hanno partecipato a due giornate di formazione sulla salute sessuale e riproduttiva, organizzate proprio da Ai.Bi. Giovani provenienti da ambienti difficili, spesso dagli slum, hanno colto con entusiasmo l’opportunità di approfondire temi complessi, come le relazioni e le sfide legate all’adolescenza. In un contesto così vulnerabile, la formazione su questi temi è essenziale per offrire ai ragazzi gli strumenti necessari ad affrontare le difficoltà quotidiane, a partire dalle violenze e dalle discriminazioni che vivono.

La storia di abbandono e violenza del giovane Anthony

Durante queste giornate di formazione, la storia di Anthony è emersa come particolarmente preoccupante. Il ragazzo, abbandonato dai genitori dopo la loro separazione, era cresciuto inizialmente con la nonna. Ma, quando lei non è più stata in grado di sostenere le spese per la sua istruzione, Anthony si è rivolto al padre, sperando in un aiuto che non è mai arrivato.
Purtroppo, il padre del ragazzo è un uomo violento e con una grave dipendenza dall’alcol. Ogni volta che Anthony lo incontrava per strada, veniva picchiato senza motivo apparente, terrorizzato dalla sua presenza. Pressato dalla sua nuova compagna, il padre ha infine deciso di abbandonarlo, lasciando il giovane senza una casa, esposto ai pericoli della strada. Solo grazie all’intervento di una donna della comunità di Mathare, che si occupa della salute pubblica locale, Anthony ha trovato temporaneamente una sistemazione.
La vita di Anthony, tuttavia, rimane un susseguirsi di difficoltà. Vive in condizioni precarie e, per buona parte dell’anno, non ha potuto frequentare la scuola per la mancanza di fondi. Spesso viene rinchiuso in casa per evitare di incrociare il padre, che continua a perseguitarlo per strada. La situazione ha immediatamente preoccupato gli operatori di Ai.Bi., che sono intervenuti attivando una rete di sostegno sociale per garantire la sua sicurezza.

L’intervento di Ai.Bi.

Inizialmente, il ragazzo è stato accolto nello Shelter Children’s Home, ma, poiché residente a Nairobi, non poteva rimanere lì a lungo. Successivamente è stato trasferito alla Christ Chapel Children’s Home, situata nello slum di Huruma. Nel frattempo, le indagini hanno portato alla scoperta di una situazione ancora più drammatica: la madre di Anthony, che vive nello slum di Korogocho, è anch’essa affetta da una grave dipendenza da alcol. Durante una visita da parte degli assistenti sociali, la madre è stata trovata ubriaca, mentre il suo terzo figlio, un bambino di appena due anni, era chiuso in una stanza.
Anche questo caso è stato segnalato ai servizi sociali, e si sta cercando di collocare il bambino in una casa per minori, oltre a fornire alla madre un percorso di riabilitazione. La tragedia familiare di Anthony, dunque, non si limita solo al suo abbandono: coinvolge anche i suoi fratelli più piccoli, costretti a vivere in condizioni di estremo degrado e pericolo.
Nonostante tutto, Anthony ha iniziato un percorso di supporto psicologico. Durante l’ultimo incontro con gli psicologi, il ragazzo ha espresso chiaramente il desiderio di non voler più avere contatti con i genitori. Il suo unico desiderio è rivedere la nonna, nonostante anche lei stia affrontando gravi problemi di salute.
Il futuro di Anthony rimane incerto. Le difficoltà economiche e il trauma subito lo hanno segnato profondamente. Tuttavia, grazie al progetto Adotta a distanza i bambini di un orfanotrofio, c’è la speranza che, con il sostegno educativo e psicologico, possa trovare una via d’uscita da una vita di paura e abbandono. La strada è ancora lunga, ma ogni piccolo passo, ogni intervento, può fare la differenza per un bambino come Anthony, che ha conosciuto solo dolore ma che ora potrebbe avere la possibilità di una nuova vita.

L’attesa di Shadrack, Vivian ed Eugene

Negli orfanotrofi del Kenya altri bambini stanno aspettando qualcuno che li aiuti nel loro percorso, bambini come ShadrackVivian ed Eugene.

Come aiutare i bambini abbandonati degli orfanotrofi in Kenya?

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Infine se vuoi creare con Shadrack, con Vivian, o con Eugene un rapporto unico ed esclusivo per accompagnarli attivamente nella loro crescita, puoi adottare a distanza uno di loro. Riceverai il suo dossier, potrai scrivergli, ricevere le sue foto e mandargli le tue, chiedere e ricevere aggiornamenti periodici, pensare a regali aggiuntivi per momenti particolari. E, perché no, andare anche a trovarlo.
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