Assegno unico. Entro giugno il maxi conguaglio: un aumento per oltre 500 mila famiglie

Entro il mese di giugno verranno accreditati tutti i conguagli spettanti per il ricalcolo dell’Assegno Unico. Oltre 500mila famiglie hanno ricevuto o riceveranno un aumento, ma c’è anche chi dovrà restituire parte dei soldi erogati. Entro il 10 giugno l’INPS comunicherà le motivazioni del ricalcolo 

A partire dal 10 giugno saranno rese note le modalità del ricalcolo dell’Assegno Unico. Sarà sufficiente accedere al sito dell’INPS con le proprie credenziali (Spid o carta di identità elettronica) nel servizio online dell’assegno unico.

Ritardi e disguidi nell’erogazione del conguaglio

Questa misura che coinvolge 900.000 famiglie, il 16% dei beneficiari totali e che da marzo 2022 ha unito in un’unica agevolazione interventi a sostegno delle famiglie con figli. In molti casi l’importo variava per ogni figlio a carico.
Alcuni nuclei lamentano ritardi nell’erogazione del conguaglio. Per esempio, l’ultima parte dell’erogazione di maggio è stata pagata alla fine del mese.

Aumenti e riduzioni dell’importo

I conguagli sembrano essere stati in gran parte positivi:
512.000 famiglie hanno ricevuto un importo maggiore. Circa 140.000 di euro in più da parte dell’Inps, circa 272 euro a famiglia.
Però altre 378.000 famiglie dovranno restituire un totale di 15milioni di euro.
Questo significa per ciascuno di questi nuclei, l’assegno sarà ridotto di 41 euro, in media.
Questa cifra sarà rateizzata così che non superi un quinto del debito.
I ricalcoli erano necessarie per gli adeguamenti automatici degli importi dell’assegno, come previsto dall’ultima legge di bilancio e per le variazioni dell’Isee dei nuclei coinvolti.

Le ragioni del conguaglio

Nel messaggio n. 1947, inviato dall’INPS il 26 maggio, si informa che entro il 10 giugno sarà rilasciata nell’area MyInps, un’apposita sezione della procedura Assegno unico universale (Auu) in cui saranno spiegate le ragioni degli importi rimborsati e delle somme che invece sono state restituite.
In questo messaggio venivano già fornite alcune di queste motivazioni. Tra queste, si citavano:
la  liquidazione degli importi relativi alla settima e ottava mensilità di gravidanza, sulla base del valore dell’Isee presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio;
maggiorazioni degli importi spettanti per le mensilità di gennaio e febbraio 2023, tenuto dell’aumento del costo della vita;
importi liquidati su valori di Isee discordanti dalle informazioni dell’INPS;
conguagli derivanti da operazioni di rettifica dell’Isee 2022.