Bambini in istituto: perdono tre mesi all’anno

Nel corso dei lavori della seconda Conferenza Nazionale della Famiglia che si è svolta a Milano, il gruppo di lavoro n. 7 “famiglia, affido e adozione” – moderato dalla Vice Presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali – ha visto la partecipazione di 160 operatori ed esperti del settore e un totale di 30 interventi.

Fra gli interventi “ufficiali” quello della Professoressa Rosa Rosnati che da anni conduce ricerche in materia di adozione e che ha reso noti i risultati di importanti studi internazionali diffusi quest’anno, lo scorso mese di aprile, in occasione della terza Conferenza Internazionale sulle ricerche in materia di Adozione (ICAR). Uno studioso e pediatra statunitense ha messo insieme i frutti di molti studi e sperimentazioni giungendo ad una conclusione per ogni anno passato all’interno di un istituto di assistenza (e quindi fuori da una famiglia) un minore accumula un ritardo di 3 mesi. “Si tratta di un ritardo che coinvolge sia la statura e il peso del minore (e quindi lo sviluppo fisico) – precisa la Rosnati – “che lo sviluppo cognitivo”.

Un altro dato inquietante che la Prof. Rosnati ha condiviso ieri è quello relativo al quoziente intellettivo dei minori istituzionalizzati: sarebbe l’84% rispetto ad un quoziente medio generalizzato del 100% per i minori non “assistiti” ma “accolti”. Il dato è significativo se si considera che, dalla stessa ricerca condotta da due eminenti studiosi delle adozioni e dell’età evolutiva, emerge che di regola i minori adottati (e che trovano quindi accoglienza in famiglia) hanno un quoziente intellettivo comunque superiore al 90%.