Bolivia: “L’adozione mi ha dato una seconda vita”. Ecco perché sto lottando per riaprire le Adozioni Internazionali del mio paese

BoliviaCon un marcato accento italiano, Carlos, figlio adottivo di 28 anni, ci racconta la sua storia. Fu ospitato nell’istituto Virgen de Fatima nella città di La Paz per un anno e mezzo, quando la sua esistenza cambiò totalmente: il Destino per lui aveva in serbo una vera famiglia, in Italia. Crescendo, Carlos ha sentito forte il desiderio di scoprire le sue origini: tanto da tornare in Bolivia, nell’istituto che lo ha accolto a pochi giorni dalla nascita, a caccia di informazioni sul suo passato. Invano.

Nel 2010, Carlos torna una seconda volta in Bolivia. Ma questa volta torna nell’ambito di un progetto riguardante la sua professione di ingegnere biomedico e con una motivazione in più: aiutare i bambini abbandonati, incentivandone le adozioni. “Per quanto mi riguarda, parlo di adozione come di una sorta di “benedizione”, qualcosa di straordinariamente bello e tanto forte da poterti cambiare la vita. L’idea che un bambino rimanga da solo al mondo, sembri essere condannato ad una vita in istituto e contro ogni probabilità trovi una famiglia venuta da migliaia di chilometri di distanza, è una cosa che mi sconvolge ogni volta che ci penso, mi commuove. Non ci sono parole”.

Arrivato a La Paz, Carlos è entrato in contatto con l’Associazione Familias del Corazòn, del network “Il Melograno”: da allora, Carlos è impegnato in prima persona, al fianco delle associazioni di famiglie accoglienti e di giovani care leavers, nella promozione dell’accoglienza familiare come unica risposta all’abbandono e all’istituzionalizzazione.

“Quando arrivai nel 2011 in Bolivia avevo un solo progetto: quello della telemedicina. Stiamo mettendo a punto un sistema che migliori la prevenzione di malattie croniche, l’accesso alle cure e il follow up di pazienti nelle aree rurali del Paese. Sono convinto che anche questo sia pertinente con il tema dell’abbandono: la difficoltà di accesso alle cure e il loro costo sono fattori che possono portare all’abbandono” racconta Carlos, che spiega come, vivendo in Bolivia, sia poi entrato in contatto con un mondo sconosciuto ma irresistibilmente affascinante: quello delle associazioni che lavorano a favore del diritto alla famiglia. Si tratta dell’Associazione Nazionale di Famiglie Adottive e delle associazioni di Care Leavers, operanti nel contesto del Melograno Bolivia.

Con loro i progetti non mancano: Stiamo organizzando il IV Incontro Nazionale di Famiglie Adottive in Bolivia al quale inviteremo tecnici e rappresentanti del Governo che lavorano nel campo dell’adozione. L’aspetto che più mi interessa” continua Carlos “è il peso sociale e politico che queste attività rivestono. Personalmente mi piace quando queste associazioni si aprono alla società e alla classe politica, sfruttando la loro esperienza per suggerire proposte al Governo o educare l’opinione pubblica. Per dirla in breve, dobbiamo farci sentire, non possiamo aspettare che le cose cambino da sole.”

Le adozioni internazionali in Bolivia sono bloccate soprattutto per le ragioni ideologiche espresse dal nuovo governo, che ritiene il Paese in grado di prendersi cura dei suoi bambini senza aiuti esterni. Un approccio suicida. Questo modello si è tradotto nella saturazione di tutti gli istituti di accoglienza di minori.

Ma forse qualcosa si sta muovendo: le Autorità hanno annunciato il rinnovo degli accordi per Giugno 2013 e Carlos non resterà con le mani in mano: “Noi dell’associazione di famiglie adottive in Bolivia restiamo vigili, sperando che questi impegni vengano rispettati. Nel frattempo continuiamo a fare quello che già stiamo facendo: pressione sulla classe politica attraverso lettere e raccolte firme, soprattutto divulgazione della cultura dell’adozione. Serve ancora molto lavoro ma se la società boliviana riuscirà a comprendere e accettare appieno l’adozione nazionale potrà anche comprendere l’importanza dell’adozione internazionale, e il governo non potrà ignorare questa tendenza”.

Carlos esprime la sua opinione riguardo le recenti esternazioni di Melita Cavallo, Presidente del Tribunale dei Minorenni di Roma, che ha dichiarato di non essere d’accordo sull’adozione di bambini grandi: “Mi sembra abbastanza grave che una persona in quella posizione e in quel contesto si permetta di dare un messaggio tanto negativo e terrorizzante contro l’adozione di bambini definiti “grandi”. Queste cose dette in tv hanno ripercussioni enormi e possono spaventare tante coppie. Vorrei rivolgermi proprio a loro: non bisogna preoccuparsi troppo. I problemi esistono ovunque, non solo nell’adozione. I rischi ci sono sempre nella vita, l’importante è metterci tutto l’impegno e, nel caso dell’adozione, tutto l’amore”.