Bolivia. Un Natale di solitudine per i giovani senza famiglia fuori dagli orfanotrofi  

Con le difficoltà che si riscontrano per quanto riguarda le adozioni internazionali e poche iniziative di reinserimento familiare, in Bolivia, centinaia di diciottenni restano in balia della strada

Che Natale passeranno centinaia di giovani usciti dagli istituti al compimento del diciottesimo anno di età?
In Bolivia, il destino delle ragazze e dei ragazzi che lasciano gli orfanotrofi appare desolante. Con le difficoltà che si riscontrano per quanto riguarda le adozioni internazionali da quando, nel novembre del 2020, è scaduto l’accordo “Marco” (qui), e un numero insufficiente di interventi per il reinserimento familiare, come le iniziative isolate di Ai.Bi. (qui), la realtà per molti di questi diciottenni è la strada.
Solo una minoranza riesce a integrarsi nella società, un esito che mette in luce la drammatica indifferenza verso l’abbandono e il fenomeno poco conosciuto dei careleaver, giovani che devono affrontare la vita adulta senza il sostegno di una famiglia o di un sistema adeguato.

Politiche pubbliche e prevenzione dell’abbandono

Il Decreto Supremo 5214, approvato il 4 settembre 2024, ha definito la prevenzione dell’abbandono come priorità nazionale. Questo approccio mira a restituire ai minori il diritto di vivere in famiglia, attraverso programmi e misure che garantiscano ambienti sicuri e affettuosi. Tuttavia, l’attuazione concreta di queste politiche incontra ancora molte difficoltà.
Nel 2019 erano 5.678 i minori nei 180 Centri di accoglienza boliviani; nel 2023 il numero è sceso a 5.025, una riduzione del 12%. Questo calo, tuttavia, non è frutto di una maggiore capacità di ricongiungimento familiare, ma principalmente del raggiungimento della maggiore età da parte dei minori istituzionalizzati. L’89% dei minori negli istituti ha un riferimento familiare o affettivo, ma solo l’8,7% ha visto avviate procedure di reinserimento familiare entro agosto 2023, e appena il 2% è stato effettivamente ricongiunto con la propria famiglia entro settembre dello stesso anno. Ancora più scoraggianti sono i dati sulle adozioni: nel 2023 se ne sono registrate solo 26, pari allo 0,5%.

Le condizioni negli orfanotrofi

I dati rivelano ulteriori problematiche all’interno dei Centri di accoglienza. Il 4% dei minori è vittima di violenza, il 5% soffre di diagnosi psichiatriche, il 3% è privo di documenti di identità e il 10% vive con una disabilità. Inoltre, 35 minori ospitati sono stranieri.

Una proiezione preoccupante

Le proiezioni al 2026 mostrano un aumento del 6% degli adolescenti sotto protezione e del 47% dei giovani nei Centri di accoglienza. Questo scenario richiede un intervento urgente per ripristinare il diritto dei minori a crescere in un ambiente familiare, evitando che trascorrano tutta l’infanzia e l’adolescenza in istituto per poi trovarsi abbandonati al compimento del 18° anno.
L’indifferenza nei confronti di questo dramma umano ha conseguenze devastanti. L’impegno verso soluzioni concrete, come l’incremento delle adozioni nazionali e il rafforzamento dei meccanismi di reinserimento familiare, non è solo un obbligo morale, ma anche una necessità sociale per garantire un futuro dignitoso a questi giovani.

Aiutaci a restituire alle ragazze e ai ragazzi vittime di abbandono in Bolivia il diritto di essere figli

Chiunque può sostenere le attività di Ai.Bi. in Bolivia per garantire il diritto di tutti i minori a crescere in una famiglia che li ami. Lo si può fare attraverso una donazione libera oppure, aderendo al progetto di Ai.Bi. Adotta a Distanza un orfanotrofio in Bolivia, per farlo bastano 25 euro al mese, meno di un caffè al giorno!