Bolivia. Il sorriso fragile di Antonia: la storia della neonata accolta al Nino Jesus

Grazie al sostegno a distanza, il centro di accoglienza a La Paz diventa un rifugio sicuro per i bambini più vulnerabili

Quanti sono i bambini che vivono negli istituti in Bolivia? È una domanda a cui è difficile dare una risposta precisa. I dati ufficiali, infatti, non riflettono la realtà che si osserva quotidianamente sul campo, lavorando negli orfanotrofi del Paese.
La questione dei bambini che vivono in istituto è molto delicata: si parla di minori “invisibili”, alcuni mai registrati all’anagrafe, altri di cui si perdono le tracce quando le famiglie li riprendono o quando, dopo un periodo in strada, vengono accolti temporaneamente e poi fuggono, facendo perdere nuovamente le loro tracce.

Il motivo dell’abbandono

Spesso, i motivi che portano all’accoglienza di questi bambini – anche solo temporanea – sono legati alle difficili condizioni delle famiglie d’origine.
Molti casi derivano da maltrattamenti psicologici o sessuali e da violenze intrafamiliari, situazioni in cui il minore viene sottratto al nucleo familiare e affidato a una struttura protetta.
Altre volte, la causa è la povertà estrema: genitori che, non potendo garantire la sopravvivenza dei propri figli, si rivolgono ai servizi sociali, sperando un giorno di potersi ricongiungere a loro.
Non mancano poi i casi di orfani, di bambini rimasti soli a causa della perdita di uno o entrambi i genitori, o di figli di famiglie che si spostano in altre regioni del Paese in cerca di lavoro e che, di fatto, li abbandonano.

Il centro Nino Jesus: una luce nell’abbandono

Il Centro di Accoglienza Transitorio Nino Jesus, fondato negli anni ’70 a La Paz e con il qale Ai.Bi. Amici dei Bambini collabora da anni, è nato proprio per rispondere al problema dei minori fuori famiglia.
Nel corso dei decenni, centinaia di bambini hanno trovato rifugio tra le sue mura. Oggi, il centro ospita circa 75 piccoli, per lo più di età inferiore ai sei anni.
La struttura è grande e circondata da giardini e spazi verdi, con un parco giochi attrezzato dove i bambini possono giocare e socializzare. Tuttavia, lo staff è sottodimensionato e le risorse economiche non bastano per mantenere in buone condizioni le infrastrutture. Tra le difficoltà quotidiane, anche la presenza di gatti randagi, che trovano rifugio nel verde ma rappresentano un rischio sanitario per i piccoli ospiti.

Antonia: una storia di dolore e di speranza

Le storie dei bambini che entrano e escono dall’ofanotrofio sono tante e tutte diverse. A volte, ne capitano alcune più dolorose di altre. Come quella della piccola Antonia. Sua madre è una bambina di appena 12 anni che viveva con il padre. Durante le ore di lavoro dell’uomo, i figli restavano soli, e proprio in quei momenti la ragazzina subì un abuso sessuale da parte di un vicino, successivamente denunciato e arrestato.
Dopo un percorso di supporto psicologico per elaborare il trauma, la giovane madre decise – insieme agli operatori sociali – di non tenere con sé il frutto di quella violenza. Trasferita in un’altra città per partorire in sicurezza, diede alla luce Antonia, nata prematura in una mattina di aprile.
Da allora, la piccola è ospite del Nino Jesus, dove riceve cure e attenzioni speciali.

Tante cure e una sola speranza

Oggi Antonia ha quasi sei mesi e la sua salute resta fragile. Le educatrici del centro se ne prendono cura con amore e dedizione, assicurandosi che riceva le terapie e i farmaci prescritti.
Secondo il referto medico, la sua prematurità ha causato ipotonia, retinopatia e problemi respiratori.
Ma grazie a un sostenitore a distanza la piccola è costantemente monitorata e può sperare in un domani migliore.

Il sostegno di Amici dei Bambini

Il team di Ai.Bi. Amici dei Bambini, in coordinamento con il personale del centro, segue con attenzione l’evoluzione clinica e psicologica di Antonia.
Gli operatori di Ai.Bi. partecipano regolarmente a incontri con lo staff del Nino Jesus e hanno avviato un’indagine socio-familiare per valutare la situazione della giovane madre e dei suoi parenti, al fine di verificare se, in futuro, possa essere possibile un reinserimento familiare.
L’obiettivo è uno solo: restituire alla piccola Antonia il diritto di crescere in una famiglia, la sua o, se non sarà possibile, una pronta ad accoglierla con amore.
Oggi, però, l’amore a distanza di un generoso sostenitore sta già facendo la differenza!

Un aiuto per tutti i piccoli del Nino Jesus

L’impegno di Ai.Bi. non si limita al caso di Antonia. L’associazione sostiene l’intero istituto fornendo supporto legale, psicologico e medico a tutti i bambini ospitati. Inoltre, sta contribuendo a migliorare gli spazi ricreativi e ludici del centro: sono stati donati nuovi giochi, materiali educativi moderni e attrezzature per stimolare le capacità cognitive e relazionali dei piccoli.
Un aiuto concreto per restituire un po’ di gioia e serenità ai bambini che, come Antonia, hanno già conosciuto troppo presto il dolore dell’abbandono.

L’attesa di Jheremy

Antonia ha trovato chi ha accolto il suo grido di aiuto, ma Jheremy sta ancora aspettando qualcuno che possa accompagnarlo nel suo cammino di speranza e di emancipazione attraverso un’Adozione a Distanza.

Adotta a distanza un bambino ancora in attesa

Adottare a Distanza è un gesto meraviglioso di vicinanza e sostegno verso un bambino in grave difficoltà familiare. Con 50 euro al mese potrai garantirgli la possibilità di crescere serenamente e di studiare. Riceverai la sua foto e potrai, se lo desideri, intraprendere con lui uno scambio di corrispondenza, tenendoti informato sui suoi progressi e sulle sue necessità, relazionandoti direttamente con i nostri operatori presenti nel Paese per avere aggiornamenti o, qualora lo desiderassi, inviare pensierini “extra” nei momenti importanti della sua vita, come nel giorno del suo compleanno.
Pensaci. Il tuo aiuto è davvero prezioso.