Bolzano. “Sembrava di essere in Africa, in Asia, in Medio Oriente”. Il progetto di Ai.Bi. per l’integrazione e l’accoglienza dei neo genitori

Essere genitori lontano migliaia di chilometri da casa non è semplice per molte giovani coppie straniere. Il supporto è fondamentale per l’integrazione. #Continuiamodaibambini

A Bolzano proseguono gli incontri sulla neo-genitorialità per le famiglie straniere. Un progetto di Ai.Bi. – Amici dei Bambini che è stato pensato per fornire un supporto reale e concreto all’integrazione e all’accoglienza di neo-genitori che si trovano ad affrontare questa sfida da soli, lontani migliaia di chilometri dalla propria comunità e famiglia d’origine. In un Paese, l’Italia, con una cultura e una società diverse. Spesso molto diverse.

Bolzano. Un progetto di integrazione e accoglienza per famiglie straniere

La scorsa settimana si è tenuto il secondo incontro presso la struttura casa Noah. La relatrice è stata la psicologa Verena Bertignoll che ha incontrato 12 famiglie sul tema “Quali regole ai nostri bambini”. Questi incontri, spesso, offrono una possibilità di arricchimento reciproco e di maggiore consapevolezza anche per gli operatori. Interessante, al proposito, è stato il passaggio, richiesto dai genitori, su come educare i figli nell’impossibilità, in Italia, di ricorrere alle “botte”. La psicologa ha impiegato un pò di tempo per spiegare come aiutare i bambini a capire i confini e come sia necessario porre l’accento su cosa si può fare rispetto a cosa non si può fare.

La mancanza delle famiglie allargate nella realtà in cui questi genitori vivono è molto sentita: per come è strutturata la famiglia in Africa, per esempio, il compito educativo lo assolvono, in aiuto alle mamme e ai papà, anche le famiglie allargate, ma anche i vicini di casa e il villaggio di appartenenza. A queste persone manca proprio questo sostegno comunitario. La principale difficoltà per queste famiglie, è che, così, non possono conoscere per imitazione dei modelli loro familiari il ruolo genitoriale e non possono contare sull’apporto delle donne sagge del villaggio.

La parola solitudine è quella più giusta per descrivere il loro stato d’animo. La gestione dei bambini mentre i genitori si confrontavano con la psicologa l’hanno attivata le volontarie. L’incontro è stato anche l’occasione per raccogliere testimonianze: su tutte quella di una bambina di otto anni che, contenta di ricevere per merenda uno yogurt da bere e una fetta di torta, ha raccontato che la sua colazione quotidiana è composta da pane e acqua. Storie come questa spronano ulteriormente i volontari di Ai.Bi. ad andare avanti su progetti come questo, che consentono a persone fragili come questa bimba e ai suoi genitori di poter sperare in un domani diverso.

Una situazione, questa, emersa anche dai due incontri tenuti in due ulteriori strutture di accoglienza per presentare il percorso agli ospiti. Incontri che hanno aperto una finestra su diversi continenti: si immagini un parco dove, nell’unico posto all’ombra, sono seduti su delle coloratissime coperte le coppie di genitori provenienti da tutto il mondo, accanto i bambini che giocavano. Sembrava di essere in Africa, in Asia, in Medio Oriente, ogni mamma e papà facevano domande e chiedevano di approfondire vari temi legati alla genitorialità. Interessanti le riflessioni delle donne che riferivano la loro difficoltà a capire le regole di educazione dei bambini, a come in Italia i bambini sono tutelati e la differenza con le regole nei loro Paesi, l’uso delle botte sia per i bambini che per le mogli… Per i papà, invece, è emersa la loro difficoltà a comprendere il ruolo del genitore in Italia.

Anche tu puoi sostenere i progetti di Ai.Bi. a Bolzano, con la campagna “#Continuiamodaibambini. L’accoglienza non si ferma”. Dona subito: https://www.aibi.it/ita/continuiamo-dai-bambini/