Buone notizie: nel 2018 4.500 matrimoni in più rispetto all’anno precedente

Ne parla Luciano Moia su Avvenire. Ma i giovani sono sempre spaventati dal futuro

Quattromilacinquecento matrimoni in più nel 2018 rispetto all’anno precedente. Un numero certamente positivo che ha attirato l’attenzione di Luciano Moia, giornalista di Avvenire, che ne ha parlato giovedì 21 novembre dalle colonne del noto quotidiano.

Perché, come scrive, questi sposi in più non sono “abbastanza per esultare, forse”. Ma “abbastanza per accantonare l’idea nefasta secondo cui, statistiche alla mano, il 2031 sarebbe stato l’anno zero delle nozze”.

“Sulla base dei dati 2014 – ha spiegato infatti Moia – il CENSIS aveva previsto che, se la diminuzione si fosse mantenuta costante, in poco più di 17 anni nessuno nel nostro Paese sarebbe più salito all’altare, o nell’ufficio comunale”.

Eppure quella profezia, tanto nera e nefasta da essere quasi sicuramente una “provocazione”, è stata smentita dai numeri. Che cosa sta accadendo? Forse che il 2018 sia stato, per le coppie italiane, un anno di rinnovata fiducia nel futuro, pur tra mille problemi? Chissà, certo è che, come spiega lo stesso giornalista, su questo dato ora bisognerebbe capitalizzare.

Come? “L’esplosione delle convivenze, quasi un milione e 400mila, (…) quadruplicate in un decennio (…) impongono riflessione e rispetto. Nella scelta di stare insieme senza timbri e carte bollate ci sono spesso ragioni contingenti ma c’è, soprattutto, timore del futuro e desiderio di trovare nel tempo ‘di prova’ quei valori di riferimento smarriti nelle famiglie d’origine e non recuperati altrove”.

Ma dunque “cosa offrono oggi le nostre comunità all’esercito dei giovani immersi nelle mille suggestioni tecnologiche ed esistenziali della post-modernità? Quasi nulla. Anche lì però sono sepolte vocazioni all’amore che dobbiamo accompagnare e accogliere e magari risvegliare, con la bellezza della testimonianza più che con l’astrazione dei principi”.