Case Famiglia e comunità educative. Non bisogna fare confusione

Il termine Casa Famiglia viene molto spesso usato a sproposito. Recentemente è stato utilizzato anche per indicare un centro di aggregazione giovanile o comunità educativa. E’ importante, in queste situazioni, fare un po’ di chiarezza sui termini che vengono utilizzati, soprattutto per specificare al meglio lo stile educativo dei diversi servizi citati.

La comunità educativa è un servizio residenziale per minori, gestita esclusivamente da operatori che turnano 24 ore su 24. Questa continua turnazione non aiuta i bambini a vivere l’attaccamento verso due figure genitoriali.

Dai racconti di alcune educatrici, che hanno lavorato in strutture come comunità educative, i bambini piccoli, quando si svegliano di notte, non ricordando più il nome dell’operatrice di turno, urlano solamente la parola “educatrice”, per poter ricevere consolazione e una coccola dopo un brutto sogno.

La casa famiglia invece è un servizio per minori dove esiste un’accoglienza completamente differente. In Casa Famiglia ci sono sempre una mamma e un papà che vivono con i bambini e i ragazzi accolti.

La coppia ha fatto una scelta di vita per sé e per i propri figli, basata sull’accoglienza verso minori che si trovano a vivere temporaneamente delle difficoltà con la propria famiglia d’origine. Perché un assistente sociale dovrebbe scegliere per un suo minore una casa famiglia piuttosto che una comunità educativa?

Perché i bambini accolti, pur trovandosi a vivere il loro momento di difficoltà in un servizio residenziale con anche l’apporto di professionisti, sperimentano cosa vuol dire vivere in famiglia, vivono l’amore di una mamma e di un papà che sono lì, incondizionatamente, a sostenerli e accompagnarli verso il loro progetto di vita definitivo.