Caso Munir, mancata ratifica Convenzione Aja 1996: le istituzioni non rispondono ancora

Ai.Bi. - bambino in un istituto marocchinoContinua a far parlare il caso di Munir, l’orfano egiziano affidato in kafala a una famiglia italo-egiziana residente nelle Marche ma costretto a vivere in un orfanotrofio perché il Consolato ha rifiutato per cinque volte il visto per entrare in Italia.

La storia di Munir non rappresenta un caso isolato e continuerà a rimanere sospesa in un limbo finché l’Italia non avrà definito uno strumento per regolamentare la kafala all’interno del nostro ordinamento. La ratifica della Convenzione de L’Aja permetterebbe infatti di garantire il riconoscimento interstatuale della kafala.

Abbiamo interpellato le autorità e i Ministeri competenti per avere una risposta rispetto al caso Munir e alla condizione in cui vivono centinaia di bambini come lui, contesi tra due Stati.

Dal Ministero degli Affari Esteri fanno sapere che sul singolo caso non possono prendere una posizione proprio perché l’istituto della kafala non è stato riconosciuto nell’ordinamento italiano, tuttavia è stato evidenziato che la Farnesina è impegnata e fa parte del Gruppo interministeriale istituito per affrontare la questione della ratifica della Convenzione de L’Aja, il cui capofila è il Ministero della Giustizia. Nessun chiarimento sul numero dei visti rifiutati dalle rappresentanze consolari per i minori affidati in kafala alle famiglie di estrazione islamica e residenti in Italia. Questo perché il Ministero degli Affari Esteri non è dotato di uno strumento in grado di aggregare i dati relativi al diniego di visti delle singole rappresentanze consolari, né un sistema informativo capace di individuare nel numero complessivo di visti rifiutati quali siano quelli imputabili ai minori accolti in kafala.

Si segnala un passo in avanti dal Ministero dell’Interno che, attraverso il Comitato per l’Islam, ha riconosciuto l’opportunità che nella legge di recepimento della Convenzione dell’Aja del 1996 venga emanata una disciplina degli effetti della kafala. Sul caso Munir però al momento il Ministero non si è espresso e non ha preso posizione.

Portato all’attenzione anche del Ministero della Giustizia il caso Munir. Come capofila del gruppo interministeriale per la ratifica della Convenzione de L’Aja il dicastero di Angelino Alfano sta valutando i passi da farsi per individuare soluzioni tecnicamente adeguate che rafforzino i molti punti di contatto tra sistemi giuridici diversi, ma comunque attenti alla tutela dell’infanzia in difficoltà familiare. Si auspica proprio dal Ministero della Giustizia un intervento per dare risposta al caso Munir.

Interpellato anche il Senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario con delega alla Famiglia e presidente della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI), per dare una risposta al caso Munir e chiedere che si adoperi affinché venga ratificata la Convenzione de L’Aja del 1996. Ad oggi il Senatore Giovanardi non ha preso posizione.