Centri di accoglienza pieni, almeno 100 siriani costretti a dormire all’aperto

sirianimilano200“Questa notte 100 siriani hanno dormito all’aperto a Milano”. L’assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino aggiorna così i suoi concittadini dalla sua pagina facebook sull’ultimo arrivo di rifugiati siriani in fuga dalla guerra civile. Nell’ultimo fine settimana ne sono giunti in città almeno 500, nella speranza di trovare una sistemazione, dopo un viaggio estenuante durato giorni e giorni. Alcuni hanno bisogno di cure: i casi più gravi sono quelli di un bambino ustionato e di una donna diabetica, oltre ad alcune donne incinte, tra cui 2 al nono mese. Arrivati alla stazione centrale non avevano più una meta e lì sono stati soccorsi da quei volontari che, fin da ottobre, si impegnano quotidianamente a offrire ospitalità ai profughi provenienti dalla Siria.

Attualmente sono 740 i rifugiati siriani ospitati e assistiti nei centri allestiti dal Comune di Milano in collaborazione con gli enti di volontariato. Tra loro 231 sono bambini e neonati. A partire dallo scorso mese di ottobre, Milano ha accolto 5.600 siriani, di cui solo 8 hanno chiesto asilo politico in Italia. Tutti gli altri sono giunti nel nostro Paese con l’obiettivo di proseguire il loro viaggio alla volta del nord Europa.

In tutto questo, lo Stato sembra restare a guardare. “Tentiamo di sistemare i bambini – scrive ancora Majorino sul social network –. Ma non siamo certi di farcela sempre”. “Non bastano i soldi – ha detto l’assessore in un’intervista a “la Repubblica” –, serve coordinamento e smistamento del flusso enorme di persone in più città. Questi profughi, se non sono assistiti, fanno il loro viaggio grazie alle reti criminali. Serve una rete di accoglienza e distribuzione di queste persone su tutte le città italiane che se lo possono permettere. Serve che le autorità ci informino tempestivamente sul numero di persone in arrivo”. Da parte di Majorino giunge un ringraziamento ai volontari. Ognuno cerca di aiutare con ciò che possiede: chi offre pasti caldi, chi prepara panini, chi raccoglie coperte.

Forte la denuncia proveniente anche dall’attivista Sumaya Abdelqader che scrive: “Queste anime cercano riposo a casa nostra. Bimbi a contatto con il gelido marmo della nostra Stazione Centrale. Sì, qui, a casa nostra. Chi può porti coperte e abiti caldi. Li copra e sussurri loro mi dispiace, chiedo scusa per il mio Stato che non c’è”.

 

Sono centinaia i giovanissimi che approdano in Italia nel tentativo di fuggire dalla guerra e dalla povertà. Molti di loro sono minori non accompagnati che hanno diritto al calore di una famiglia. Amici dei Bambini prosegue nella sua ricerca di famiglie disponibili ad aprire le porte delle proprie case a bambini e ragazzi soli, attraverso il suo progetto Bambini in Alto Mare.  

In Siria, inoltre, Ai.Bi. ha attivato una serie di progetti di sostegno medico e di supporto alle famiglie povere: per saperne di più, visita il sito dedicato.

 

 

Fonti: Maarad, Corriere della Sera, la Repubblica