Come adottare un bimbo: gimcana in 7 tappe e 30mila euro

mani_adozioni_100I dati del 2012 parlano di un crollo di oltre il 20 per cento delle adozioni internazionali in Italia. A causa della crisi, ma anche delle lungaggini burocratiche.

Adottare si può, a patto di avere tempo e risorse (non poche) a disposizione. Fino a 30 mila euro per completare l’intero iter, a volte di più.

Non è un caso che la crisi stia colpendo anche le adozioni internazionali. I dati sulle autorizzazioni agli ingressi 2012 in Italia non sono ancora disponibili ma le prime stime parlano di un crollo a doppia cifra, superiore al 20 per cento, rispetto ai 4.022 casi portati a termine nel 2011. Secondo la Commissione per le adozioni internazionali, che fa capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, si tratta di un calo mondiale. In effetti la crisi è ovunque o quasi. E le concause di una simile débâcle possono essere diverse.

I quattrini, certo, ma anche le lungaggini burocratiche nostre e dei paesi d’origine. O, ancora, i problemi che di volta in volta possono sorgere nei singoli stati di provenienza dei bambini.

«Ma intervenire si può» dice a Panorama Marco Griffini, presidente dell’Associazione Ai.Bi (Amici dei bambini), che vorrebbe una riforma della legge sulle adozioni internazionali, risalente (salvo alcune modifiche successive) a 30 anni fa (numero 184/1983).

E con un manifesto suggerisce revisioni a tutto campo. Qualche esempio. Niente competenze dei tribunali dei minori: all’estero sono i servizi sociali a dichiarare l’idoneità degli adottanti. Anche i tempi dei singoli passaggi vanno definiti in modo stringente, uniformando le procedure su scala nazionale; oggi ci si muove in ordine sparso e ognuno segue le proprie procedure. Gli stessi enti autorizzati a trattare le adozioni sono troppi: 66, contro 30 della Francia e 16 della Germania.

E sì che con adeguate economie di scala i costi potrebbero ridursi. E parecchio.

(da Panorama, 9/01/2013)