Coronavirus. In Kenya per i ragazzi di strada l’#Accoglienzanonsiferma

Il centro Kwetu di Nairobi, che collabora con Amici dei Bambini, apre le porte con uno slot straordinario di ammissioni. I minori senza tetto sono circa 60 milioni e, con le persone chiuse in casa, non possono più sostentarsi neppure con l’elemosina

Kwetu, il centro di riabilitazione sociale con cui collabora Ai.Bi. – Amici dei Bambini in Kenya, apre le porte in accordo con il Governo per accogliere ragazzi di strada in occasione dell’emergenza Coronavirus, che si fa sentire anche nel Paese africano. Il centro Kwetu, negli anni, ha salvato più di mille bambini e ragazzi. Ora è stato chiamato dall’amministrazione statale ad aprire uno slot straordinario di ammissioni per la contingente situazione di emergenza sanitaria.

Coronavirus in Kenya e ragazzi di strada. Per le strade di Nairobi 60 milioni di minori senza tetto

Sono infatti ancora troppi, purtroppo, i ragazzi che finiscono a vivere tra le strade di Nairobi, una città metropolitana in continua crescita. Non ci sono numeri ufficiali, ma si stima siano circa sessanta mila i minori senza tetto. Povertà, mancanza di bisogni primari, mancanza di un’istruzione, violenze domestiche, abusi sopratutto da parte dei padri biologici o dei patrigni che ripudiano i figli di un altro uomo. La tentazione, allora, è quella di fuggire di casa, alla volta di una vita di stenti in mezzo alla strada. Qui sopravvivono con quello che trovano e, a volte, grazie alla carità.

Si tratta di una vita atroce: bambini o poco più a cui piove addosso se non trovano un riparo, che cercano tra i rifiuti qualcosa di commestibile quando l’elemosina non basta per comprare da mangiare, vittime di gang di ragazzi di strada più grandi o semplicemente li da più tempo, che li maltrattano fino a violenze e abusi sessuali, quando le botte non arrivano dagli ufficiali comunali che non li vogliono vedere per strada.

Pian piano ci si adegua e si soccombe alla pressione dei propri pari, adeguandosi allo stile di vita degli altri, sniffando colla, masticando erbe (miraa) e facendo uso di altre droghe. Bevono il mssi, cherosene, dalle bottiglie sembra acqua, i ragazzi dicono riduca lo stress dell’orribile vita di strada, in realtà bevendolo si hanno soltanto allucinazioni e uno stato confusionale.

Coronavirus in Kenya. Per i ragazzi di strada finite anche le elemosine

Da quando in Kenya si sono registrati i primi casi di Covid-19 per questi minorenni va ancora peggio. Le strade sono meno frequentate e quindi l’elemosina è sempre meno. Di notte, durante le operazioni di igienizzazione delle strade, viene nebulizzato loro addosso il disinfettante. Il coprifuoco serale li obbliga a nascondersi dagli ufficiali comunali allo scoccare delle 19, rimanendo a volte senza mangiare per ore. Kwetu e il personale del centro lavorano tantissimo per riabilitare i ragazzi e per regalargli un nuovo inizio, mostrandogli che quella in strada non può essere considerata vita.

Tuttavia, con un piccolo gesto, chiunque può fare molto. Con una donazione a favore della campagna di Amici dei Bambini “Emergenza Coronavirus: l’#Accoglienzanonsiferma” è possibile sostenere le azioni di prevenzione di Ai.Bi. a favore dell’infanzia in difficoltà in Kenya e in tutti i Paesi in cui l’organizzazione opera.

Per donare: https://www.aibi.it/ita/emergenza-coronavirus/