DDl Cirinnà. I dubbi dei costituzionalisti sulle adozioni. Gandolfini (Comitato difendiamo i nostri figli): “NCD rifletta su atteggiamento di chiusura del PD”

senatoIl 2 febbraio è iniziata la discussione in Senato con il voto che ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità al ddl Cirinnà: il dibattito proseguirà fino a venerdì e  i primi voti sono previsti per la prossima settimana.

Intanto Costituzionalisti e società civile che il 30 gennaio è scesa in piazza al Family Day non molla la presa e fa sentire la propria voce.

Sappiamo con certezza che il disegno di legge sulle unioni civili  – dichiara il presidente del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Massimo Gandolfini  – avrà anche un gravissimo aspetto procedurale. Si tratta forse del primo ddl della storia repubblicana a essere votato dall’Aula senza essere mai stato esaminato da una Commissione parlamentare. La Costituzione stabilisce infatti, all’articolo 72, che i disegni di legge siano esaminati prima in Commissione e poi in Aula”.

Per Gandolfini “a questa grave violazione procedurale si aggiunge il rifiuto del Pd riguardo alla proposta del ministro dell’Interno Angelino Alfano di stralciare la stepchild adoption per poter ridiscutere il testo”.

“I parlamentari del Nuovo Centro Destra devono prendere atto di questo atteggiamento di totale chiusura – precisa –  e riflettere seriamente sul loro sostegno all’esecutivo. A chiederlo è lo stesso popolo della famiglie che sabato ha affollato Circo Massimo”.

Intanto a farsi sentire è anche l’ex presidente della Corte costituzionale Ugo De Siervo.Diciamocelo chiaramente: con la ‘stepchild adoption’ si concede il diritto a un padre naturale di estendere la genitorialità a chi desidera lui. Non vedo proprio la tutela di un diritto del bambino. Ci potrà poi essere qualche caso limite. Ma non si legifera mai per i casi limite, quanto per i casi ordinari. E qui, di ordinario, vedo piuttosto l’aspirazione di qualcuno a utilizzare la maternità surrogata nascondendosi dietro il presunto interesse del bambino

Il presidente emerito De Siervo era parte del collegio della Corte costituzionale che nel 2010 emise l’importantissima sentenza 138 sulla necessità di tutelare le coppie gay. “Ma quella sentenza era tutt’altra cosa rispetto a quello che sta venendo fuori. Credo che si stia facendo una forzatura notevole”.

Anche Cesare Mirabelli, ex presidente della Corte costituzionale, di area cattolica, consigliere generale presso lo Stato della Città del Vaticano, è assolutamente contrario al ddl Cirinnà

Se il problema è la preoccupazione di un padre naturale per il figlio – dice –, c’è sempre la delega al partner oppure la via dell’adozione speciale. Non questa legge che, così com’è prefigurata, consente a una persona di ‘procurarsi’ un figlio all’estero e poi estendere la genitorialità al partner, diventando un’autostrada per l’illegalità

E se questo bambino è venuto al mondo, sia pure per via illegale, a quel punto che si fa? “Si tratta di valutare l’interesse del minore – continua –  e io credo che al fondo la sede delle unioni civili sia sbagliata, in quanto tradisce piuttosto l’interesse degli adulti”.

Chi invece si pone il problema dei bimbi ormai nati è un appello di giuristi – ormai 667 tra magistrati, avvocati e professori di diritto – che vede tra i firmatari Magistratura democratica e alcune personalità illustri quali Livio Pepino, Vladimiro Zagrebelsky, Elena Paciotti, Stefano Rodotà, Edmondo Bruti Liberati. “Queste bambine e questi bambini – scrivono – esistono. Il Legislatore non può cancellarli, non può voltarsi dall’altra parte, ignorandone le esigenze di protezione. La giurisprudenza italiana ed europea segnala come la scelta più ragionevole e giuridicamente corretta consista nel consentire ai giudici di valutare caso per caso se l’adozione da parte del partner assicuri la migliore protezione dell’interesse superiore dei figli di genitori omosessuali”.

Fonte: La Stampa e Comitato Difendiamo i Nostri Figli