Tra le famiglie sospese della Cina: “Da 4 anni le nostre giornate trascorrono in attesa di una telefonata”

“Saremmo dovuti partire nell’estate del 2020 per adottare nostra figlia, che ora ha 9 anni, ed era entrata nelle liste ‘special needs’ delle adozioni internazionali proprio perché in Cina nessuna coppia si era fatta avanti per accoglierla”

Cecilia e Giovanni; Lucia e Marco; Chiara e Federico; questi i nomi delle coppie di cui finora AibiNews ha raccontato la personale “odissea” di adozione in Cina. Adozioni che, come ormai noto, da 4 anni sono sospese in un limbo, senza che i genitori possano andare ad abbracciare le bambine e i bambini che li aspettano e possano ridare loro il diritto di essere figli.
Al racconto si uniscono, ora, le parole di Dominga e Piero: un’altra mamma e un altro papà che per la loro prima adozione si sono rivolti alla sede Ai.Bi. di Salerno e che vivono da più di 1500 giorni l’angoscia di un’attesa che pare non finire mai.

Non vivere, ma sopravvivere

“Dominga, Piero: come state?”
La risposta non arriva subito.
“Stiamo sopravvivendo. Le giornate trascorrono in attesa di una notizia, di una telefonata. Si spera che arrivi finalmente un giorno buono, quello che ci permetterà di portare a casa nostra figlia. È qualcosa di inspiegabile… Se potessimo andremmo a piedi a prendere questi nostri bambini. Siamo consapevoli che a questo punto l’unico ostacolo che rimane da superare è solo la Cina e quello che vorrà decidere…”.
Perché al di là delle promesse di un incontro con la ministra per la Famiglia Roccella e con rappresentanti della CAI, il punto è: cosa deciderà di fare la Cina? Perché tiene lontane e all’oscuro tante famiglie che hanno tutti i documenti in regola, che hanno rispettato le procedure, che dimostrano di essere le uniche risorse al mondo per quelle bambine e quei bambini?
Anche Dominga e Piero si confrontano spesso con le altre famiglie italiane, via mail, chat o telefono: una rete di sostegno e condivisione tra genitori che da quattro anni non possono concludere, legittimamente, il loro iter adottivo.
Ogni giorno che passa nel silenzio e nella mancanza di notizie certe da parte delle istituzioni italiane e, soprattutto, di quelle cinesi, è un tassello di sofferenza che si aggiunge.
“Siamo rimasti soli con il nostro dolore, senza nessuna risposta – dice la coppia – Dopo 6 anni di attesa dall’inizio del nostro iter è arrivato l’abbinamento con nostra figlia che aveva 5 anni, poi la pergamena verde (quella che attesta un abbinamento con un bambino o una bambina n.d.r.)… saremmo dovuti partire nell’estate del 2020”.

L’unica speranza di una famiglia per dei bambini che nessuno finora ha voluto

Anche per Dominga e Piero la pandemia Covid ha interrotto la procedura che è rimasta, appunto, sospesa, ma non cancellata del tutto.
“Sul portale cinese delle adozioni risultiamo ancora abbinati alla bambina – dice Piero – e in una delle pochissime comunicazioni ricevute siamo stati definiti ‘genitori preadottivi’. Ci ripetiamo che se avessero voluto chiudere del tutto le possibilità, le autorità cinesi lo avrebbero forse già fatto”.
Una situazione kafkiana, se si considera per di più che tutti quei bambini sospesi, iscritti nelle liste special needs, sono entrati anni fa nei circuiti delle adozioni internazionali proprio perché in Cina nessuna coppia si è fatta avanti per accoglierli.
“Ci sentiamo intrappolati in un limbo tra cielo e terra, navighiamo a vista. Il dolore è talmente forte che sembra quasi anestetizzato
Le parole di Dominga ora sono sussurrate, perché la fatica è molta, ora sono ferme e decise, perché la speranza, sostenuta dalla scelta di volere essere genitore di sua figlia, non permette che lei e il marito retrocedano di un passo.
La bambina che oggi ha 9 anni, ha ricevuto dai genitori alcune foto e un carillon per uno dei suoi ultimi compleanni. Da circa due anni tuttavia non arrivano più notizie o aggiornamenti nemmeno dall’istituto in cui è ospitata, nel sud della Cina.
“Ci sono giorni in cui speriamo che tutto finisca, in un senso o in un altro, perché così non si può andare avanti – concludono – E ci domandiamo: quando si era verificata la crisi delle adozioni in Congo, pur nelle differenze, la notizia era alla ribalta su tutti i giornali e tg. Adesso pare che tutti ci abbiano dimenticato”.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it. Per vedere tutti gli appelli attualmente pubblicati si può andare alla pagina dedicata al progetto “Figli in attesa”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati