Ginevra. A che punto è la tutela dell’infanzia in Marocco? Ai.Bi. presenta un lavoro di rete sui problemi attuali: dalle spose bambine alle alternative all’istituto

aibi marocco a ginevra 1A che punto è il rispetto dei diritti umani e la tutela dei minori nel mondo? Se ne parla oggi, mercoledì 5 aprile a Ginevra nel corso della sessione preliminare dell’Esame Periodico Universale (Epu), un’occasione in cui le organizzazioni della società civile possono presentare le proprie proposte ai rappresentanti riuniti dei diversi Paesi. Al Palais del Nation della città svizzera sarà presente anche una delegazione di Ai.Bi. Marocco che illustrerà un rapporto su tutte le problematiche più attuali relative all’infanzia del Paese nordafricano.

La sessione Epu del 5 aprile vedrà i rappresentanti delle organizzazioni del Terzo Settore e degli istituti nazionali che si occupano di tutela dei diritti umani impegnati in un lavoro di sensibilizzazione dei diplomatici affinché si facciano portatori dei vari problemi riscontrati nelle diverse aree del mondo e li affrontino anche nella sessione di valutazione ufficiale prevista per martedì 2 maggio. Quest’ultimo incontro vedrà riuniti i delegati di tutti i Paesi che hanno firmato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che verranno sottoposti a una sorta di valutazione dello stato di applicazione dell’accordo stesso nei rispettivi Paesi.

Amici dei Bambini sarà presente con il rapporto sui principali problemi dell’infanzia marocchina, fra cui si segnalano in particolare il matrimonio delle bambine, ancora molto diffuso soprattutto nelle comunità rurali; la registrazione all’anagrafe; la necessità di un vero studio delle alternative possibili al collocamento in istituto dei bambini abbandonati, a cominciare dal miglioramento del sistema della kafala; l’uscita dei giovani care-leavers dal sistema di protezione dei minori;  l’eliminazione di tutti i pregiudizi nei confronti delle madri sole e dei figli nati al di fuori del matrimonio.

Il rapporto è frutto del lavoro di Ai.Bi. all’interno della Piattaforma Nazionale Infanzia e della rete dei collettivi associativi, in particolare il collettivo sulla kafala e quello per il diritto del minore alla protezione famigliare. All’elaborazione del rapporto hanno contribuito 18 associazioni, tra cui Dar Al Atfal Al Ouafae, della città di Fes, di cui fa parte Nadia Bennis Taleb, la rappresentante che esporrà i risultati del lavoro a Ginevra.

“Negli ultimi anni il Marocco ha compiuto certamente molti passi avanti nella tutela dei diritti dell’infanzia – spiega Silvia Cappelli di Ai.Bi. Marocco -, ma chiediamo con forza che gli impegni presi vengano rispettati e che da Ginevra si parta per una vera riforma di tutto il sistema-infanzia”.