Giovanardi (Idea), l’arrivo dei 51 bambini dal Congo e l’assurda odissea di lunedì 11 aprile: “Che cosa c’entra la polizia di Stato?”

senatoNessuna notizia trasparente. È questa la caratteristica che emerge con maggior forza dell’attuale gestione della Commissione Adozioni Internazionali. Lo ha messo in evidenza il senatore di Idea Carlo Giovanardi, intervenendo a Palazzo Madama mercoledì 13 aprile. Intervento – nei giorni successivi diventato un’interpellanza al Presidente  del Consiglio e al ministro dell’Interno –  che si è chiuso con la richiesta al Presidente del Consiglio di informare il Parlamento sulle ragioni della mancanza di trasparenza dell’operato della Cai.

La richiesta di Giovanardi prende le mosse dalle indiscrezioni – “perché nulla è apparso sul sito della Presidenza del Consiglio” – sull’assurda odissea che, lunedì 11 aprile, ha visto protagonisti 51 bambini provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo adottati da famiglie italiane e i loro genitori. I primi atterrati a Fiumicino, “transitati dalla Polaria” e quindi portati “al centro di Polizia di Spinaceto, dove si addestrano i Nocs”. I secondi convocati a Roma per firmare documenti e condotti a Spinaceto a bordo di pick up o auto della polizia. “Come vengono gestite queste operazioni – si chiede Giovanardi -? Cosa c’entra la Polizia di Stato? Perché i bambini sono stati portati, dopo tante ore di viaggio, in un centro dove non c’erano né le attrezzature né le strutture, né i riguardi che bisogna avere in una situazione così delicata? Perché le famiglie sono state avvertite all’ultimo secondo?. Il tutto mentre altri bambini sono ancora bloccati in Congo e, denuncia il senatore, “sarebbero state anche spese parole indecorose nei confronti di alcuni genitori che avevano criticato la gestione della Cai”.

Insomma, un altro tassello negativo che va a comporre il puzzle del malfunzionamento della Commissione in questi anni. Tra gli altri, Giovanardi ha ricordato le cariche di presidente e vicepresidente concentrate, illegittimamente, nella stessa persona, il fatto che la Cai non si riunisca da 2 anni, le delibere firmate dalla presidente-vicepresidente a nome di un Comitato che non le ha mai davvero deliberate.

Di seguito riportiamo larghi estratti dell’intervento del senatore Giovanardi.

 

GIOVANARDI (GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)). Signor Presidente, da indiscrezioni si è saputo che lunedì 11 aprile alle ore 17,30 sono arrivati a Fiumicino, dopo un volo di ore, 51 bambini di quelli che erano bloccati in Congo. Una notizia positiva questa, per la quale ci congratuliamo.

Dalle stesse indiscrezioni (perché nulla è apparso sul sito della Presidenza del Consiglio) si viene a sapere che quei bambini sono transitati dalla Polaria, per poi essere portati al centro della polizia di Spinaceto, il centro dove si addestrano i NOCS.

A quel punto, alle famiglie in varie parti d’Italia sono cominciate ad arrivare telefonate. Le famiglie sono state convocate per firmare documenti (non si capisce bene quali) in varie parti di Roma, dove hanno trovato pick up o auto della polizia che le conducevano a Spinaceto dove, ancora in serata, restavano dei bambini.

Tanto è vero che alle 23,30 di lunedì un bambino è stato ricoverato all’ospedale Bambin Gesù in quanto – per fortuna – una delle madri che era andata a prendere il suo bambino si era accorta che aveva dei gravi problemi. Egli è stato poi dimesso martedì mattina.

Io vorrei sapere dalla Presidenza del Consiglio come vengono gestite queste operazioni. Cosa c’entra la polizia di Stato? Perché i bambini sono stati portati, dopo tante ore di viaggio, in un centro dove, naturalmente, non vi erano né le attrezzature né le strutture, né i riguardi che bisogna avere in una situazione così delicata? Vorrei sapere perché le famiglie sono state avvertite in questa maniera, all’ultimo secondo. Alcune, addirittura, sono state avvertite nel pomeriggio e poi hanno dovuto fare questo calvario segretissimo in giro per Roma, come se bisognasse salvaguardare un segreto di Stato.

Ricordiamo che ci sono ancora dei bambini in Congo. Se poi io dovessi dar retta alle indiscrezioni, sarebbero state spese anche parole indecorose nei confronti di alcuni genitori che avevano criticato la gestione della CAI.

(…)

Le adozioni sono crollate da 4.000 a 2.000 in circa due anni e la stessa persona, la dottoressa Della Monica, svolge le funzioni di presidente e di vice presidente. Entrambe in maniera illegittima, tra l’altro, perché il presidente della CAI deve essere un membro del Governo: o il Presidente del Consiglio, o il Ministro della famiglia o un Ministro o Sottosegretario delegato.

La dottoressa Della Monica in due anni non ha mai riunito la Commissione adozioni internazionali. Tutte le delibere da lei assunte in questi anni le ha firmate a nome di un Comitato che, per legge, deve deliberare o ratificare delibere che non sono mai state deliberate.

Chiedo pertanto che la Presidenza del Consiglio informi il Parlamento, perché tutto ciò che ho detto proviene da indiscrezioni, in quanto nessuna notizia trasparente è stata data su questa gestione.