Governo Monti, dirottati i fondi per la cooperazione internazionale

I fondi destinati alla cooperazione internazionale sono stati dirottati su Protezione Civile e carceri italiane. Una petizione, partita dal mondo delle Ong e rivolta al presidente Mario Monti, chiede di «fissare regole certe per la ripartizione dell’8 per mille a diretta gestione statale. Anche quest’anno infatti – dichiara il testo della petizione – i 145 milioni di euro disponibili sono stati utilizzati a piacimento dal Governo senza tenere fede agli scopi previsti dalla legge 222/85 (fame nel mondo, beni culturali, assistenza rifugiati, calamità naturali). Chiediamo che entro il 15 marzo (data di scadenza per la presentazione dei nuovi progetti) vengano date certezze alle organizzazioni e agli enti che possono accedere alla ripartizione di fondi attraverso il bando pubblico».

La notizia, trasmessa sul social network Twitter a partire da lunedì 16 gennaio, viene ribattuta da organizzazioni e fondazioni di Ong con forti accenti di critica nei confronti dell’Esecutivo. Le dichiarazioni del Ministro Andrea Riccardi sul rilancio della cooperazione – è la protesta delle Ong – non trovano riscontro nei fatti: il Governo dirotta i fondi statali destinati a sostenere parte delle attività di cooperazione, entrando in contraddizione con quanto annunciato pubblicamente da Riccardi.

Il Governo difende la sua posizione. Da quanto espresso nel comunicato di Bandi ONG, l’Esecutivo sostiene che la Protezione Civile e l’emergenza carceri rappresentino comunque destinazioni assimilabili a quelli della ripartizione dell’8 per mille. Gli operatori del settore replicano che i conti non tornano: dai fondi stornati (64 milioni per la Protezione Civile e 57 destinati alle carceri) restano fuori ancora 24 milioni.

24 milioni di euro che rimangono questione aperta, ancora agganciabile a quanto annunciato da Andrea Riccardi. Nel quadro del problema si sottolinea infatti la necessità di dare un seguito alle dichiarazioni del Ministro Riccardi, a proposito del rilancio della cooperazione internazionale e del dialogo con i Paesi del mondo. Creare appositamente un Ministero per la Cooperazione e l’Integrazione e, contemporaneamente, non stanziare fondi di sostegno materiale alla cooperazione sarebbero due atti troppo distanti e incongruenti per risultare credibili in un’agenda di Governo.