La grande notizia: scoperta la cura per la SLA

L’autorevole New England Journal of Medicine ha pubblicato i risultati straordinari del farmaco Tofersen nel rallentare, e in alcuni casi far regredire, la Sla. L’Italia, con l’ospedale Molinette di Torino, protagonista dello studio internazionale

Dopo oltre due anni di pandemia, la guerra in Ucraina, la siccità eccezionale, le difficoltà economiche, etc. c’era proprio bisogno di una buona notizia! E la buona notizia è arrivata, in un campo che ha colto un po’ di sorpresa i non addetti ai lavori: quello medico e, in particolare, quello della cura alla SLA, acronimo con il quale è più nota la sclerosi laterale amiotrofica. Giovedì 22 settembre, infatti, su una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo (il New England Journal of Medicine) sono stati pubblicati i dati dello studio internazionale sul farmaco Tofersen: i risultati dimostrerebbero la capacità di questo prodotto di rallentare, e in alcuni casi addirittura far regredire, la malattia.

Italia protagonista dello studio internazionale sulla cura per la Sla

Il farmaco (tecnicamente un oligonucleotide antisenso) si è dimostrato efficace per gli individui con mutazione del gene SOD1, manifestando un effetto positivo “in modo netto nel corso del primo anno di trattamento” e che “successivamente persiste nel tempo”. I virgolettati sono quelli riportati da Torino Today del professor Adriano Chiò, direttore del centro regionale per la Sla dell’ospedale Molinette di Torino, unico centro in Italia a essere stato coinvolto nello studio e quello che ha contribuito con il maggior numero di pazienti affetti da Sla a rapida progressione.
Il professore ha definito quello del Tofersen un “risultato clinico straordinario, mai osservato precedentemente nel trattamento della Sla”.

Una speranza concreta per i malati di Sla

Va sottolineato che lo studio è diviso in due fasi: i risultati si riferiscono alla prima fase, durata sei mesi, mentre la seconda fase, di estensione dello studio, è ancora in corso. Ciò, però, nulla toglie alla notizia, data anche l’autorevolezza della rivista scientifica sulla quale è comparsa. È giusto e doveroso festeggiare una buona notizia per tanti malati e tante famiglie, nella quale l’Italia ha avuto un ruolo da protagonista.