Adozioni, lo psicologo: il 50% dei genitori adottivi si sente inadeguato

visita-psicologiaSe” e “ma” sono particelle grammaticali di frequente usate  dalle coppie che si avviano al percorso dell’adozione e dalle famiglie già adottive. Spesso i genitori che accolgono un bambino nella loro vita, infatti, durante e dopo il percorso adottivo, hanno bisogno di essere accompagnati da qualcuno che li rassicuri nell’affrontare ostacoli e paure.

La più grande difficoltà per i genitori adottivi è sentirsi adeguati  –  spiega Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva Almeno il 50% di coloro che sono diventati genitori adottivi provano insicurezza rispetto alla propria capacità genitoriale”.

Tra le paure più comuni dei genitori adottivi si registra il timore di non essere in grado a sentire il figlio come proprio e la paura di non saper rispondere a domande o comportamenti che dipendono da un passato difficile e spesso sconosciuto del bambino accolto in famiglia.

Un problema diffuso, dunque, che a volte sfocia in una risoluzione sbagliata, perché “molti genitori vorrebbero che il loro figlio – continua Castelbianco – fosse il più piccolo possibile, come se questo li potesse aiutare a sentirlo proprio”.

Quando invece “i bambini che hanno vissuto un abbandono – aggiunge lo psicoterapeuta –  provano sentimenti di rabbia e tristezza e intravedono nella nuova famiglia la loro ancora di salvezza”.

I genitori adottivi hanno una spinta e una generosità che non vengono assolutamente sottolineate – continua lo psicoterapeuta – : eppure rappresentano l’esempio migliore del sentimento genitoriale”.

La soluzione? Un accompagnamento a 360 gradi delle famiglie anche e soprattutto nella fase post-adozione, affinché i genitori vengano sostenuti in questo loro compito e non si sentano abbandonati. Inoltre vengano scongiurate quelle situazioni di rifiuto che a volte, purtroppo, accadono tra genitori e figli adottivi permettendo ai tanti bambini abbandonati di godere del diritto più importante: quello di essere figli.

Fonte: www.dire.it