Indennizzi per i permessi lavorativi delle mamme dall’INPS. Ecco come richiederli…

Piccoli e quotidiani permessi lavorati per le neomamme: sono i riposi orari giornalieri per allattamento e cura del bambino, ossia veri e propri permessi lavorativi che possono essere richiesti durante il primo anno di vita del bambino o durante il primo anno di ingresso nella famiglia adottiva o affidataria.
I permessi spettano alle lavoratrici dipendenti assicurate dall’INPS anche per la maternità, alle lavoratrici agricole a tempo determinato che hanno lavorato per 51 giornate nell’anno precedente o nello stesso anno e alle lavoratrici LSU o APU.
Anche i  padri lavoratori dipendenti hanno diritto a questo indennizzoqualora  questo fosse l’unico tutore del minore, se la madre non usufruisse dei permessi, se quest’ultima fosse una lavoratrice autonoma o in caso di morte o infermità materna.
L’indennità è assolutamente pari alla retribuzione che sarebbe pagata se il lavoratore avesse prestato servizio in quelle ore: le ore di riposo sono pari a 2 se l’orario contrattuale è pari o superiore alle 6 ore giornaliere, o di un’ora se inferiore.

In caso di parto gemellare o adozione/affidamento di più minori, le ore sono raddoppiate.

Per l’ottenimento dell’indennizzo,  la domanda deve essere presentata al datore di lavoro con il certificato di nascita del bambino; per quanto riguarda adozioni e affidi nazionali è necessario presentare una copia del provvedimento di adozione/affidamento e una copia del documento dell’autorità competente da cui risulti la data dell’ingresso effettivo del minore in famiglia.
Con le adozioni internazionali è invece necessario presentare una copia dell’autorizzazione all’ingresso in Italia del minore rilasciata dalla Commissione per le Adozioni Internazionali o, in caso di provvedimento straniero di adozione, una copia del decreto di trascrizione nel registro di stato civile emesso dal tribunale dei minori o un’autocertificazione.

In caso di richiesta da parte del padre la domanda va presentata in forma libera anche alla sede Inps di residenza (o di domicilio se diverso dalla residenza); può essere spedita all’Inps per posta (raccomandata con ricevuta di ritorno) o tramite un ente di patronato che offre assistenza gratuita, allegando la fotocopia del documento di identità.