India. Dalla Camera bassa di Delhi arriva lo stop all’utero in affitto per finalità lucrative

Griffini (Ai.Bi.): “Altri Paesi seguano l’esempio e fermino questa aberrazione. Un insulto alla sofferenza dei bambini abbandonati”

Da oggi le oltre 3mila cliniche private che, in India, dal 2001 praticavano la maternità surrogata con finalità lucrative saranno fuori legge. Una riforma varata dal Parlamento indiano (per la precisione da parte della Camera bassa) consente infatti la GPA (Gestazione per altri) solo in caso di “scelta altruistica”, ossia per volontarietà gratuita e tra persone della stessa famiglia.

Ad accedere a questa pratica potranno infatti essere solo le coppie indiane sposate da almeno un quinquennio e senza figli viventi. Una vittoria di civiltà e una nuova legge che, in India, se sarà applicata letteralmente, infliggerà un colpo mortale al business della compravendita di bambini.

Un business il cui giro d’affari era milionario, grazie soprattutto al ricorso che vi facevano coppie occidentali, generando un vero e proprio commercio delle vite umane, con un costo per bambino variabile tra i 20mila e i 40mila dollari a seconda delle situazioni. In India, dopo anni di sostanziale incertezza del quadro giuridico, tale commercio aveva di fatto avuto riconoscimento legale con una sentenza del 2008 della Corte Suprema.

Oggi la pratica dell’utero in affitto è ancora consentita, sia in forma altruistica che lucrativa, in alcuni Paesi del mondo sviluppato: in Russia e in alcuni stati federali americani ad esempio. Anche l’Ucraina è tra le nazioni che la consentono. Senza contare tutte quelle nazioni in cui la pratica non è regolamentata, come nel continente africano.

“Accogliamo felicemente questa scelta del Parlamento in India – è il commento del presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini una scelta di civiltà, il cui esempio dovrebbe essere seguito da tutti quei Paesi che ancora consentono questa aberrazione. Perché, con almeno 180 milioni di bambini abbandonati nel mondo, quella dell’acquisto di bambini è un insulto alla sofferenza di questi minori, senza considerare le implicazioni etiche di questa che è una vera e propria mercificazione della vita umana, sia per le donne che fungono da volgari ‘incubatrici’, sia per i bimbi che vengono acquistati come un qualsiasi oggetto”.